Cronaca

“Draghi fermi la nomina all’Archivio di Stato. I politici promettono sempre verità sulle stragi, poi mettono persone inadatte in posti chiave”

Dopo che Franceschini ha blindato la nomina al vertice dell’Archivio Centrale dello Stato, il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna chiede un incontro al premier: "Vogliamo guardalo in faccia e spiegargli che De Pasquale non può essere una garanzia per noi. Devono essere applicate le direttive Prodi, Renzi e la più recente firmata dal presidente Draghi per la desecretazione dei documenti che riguardano le stragi, la P2 e Gladio"

“È inutile che i politici vengono il 2 agosto a rassicurarci, a fare promesse, a dirci che la polvere sarà sollevata se poi scelgono di mettere nei posti chiave persone non adatte”. Il presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi, è furioso. “Il presidente Draghi fermi questa nomina”, dice riferendosi alla promozione di Andrea De Pasquale al vertice dell’Archivio Centrale dello Stato. La vicenda è stata raccontata dal fattoquotidiano.it: De Pasquale era presidente della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma quando, nel novembre del 2020, venne acquisito il fondo archivistico personale del fascista Pino Rauti. In quell’occasione, pero, la Biblioteca si limitò a riproporre il comunicato dai toni agiografici diffuso dalla famiglia Rauti senza alcuna contestualizzazione che spiegasse il ruolo dello stesso Rauti all’interno del neofascismo italiano. Per questo qualche giorno fa Bolognesi ha scritto al premier Mario Draghi chiedendo di bloccare quella nomina. Oggi però è stato il ministro della Cultura a blindare il nome di De Pasquale, rispondendo a Bolognesi che nella sua richiesta ha trovato l’appoggio di Manlio Milani e Carlo Arnoldi, storici animatori delle associazioni di Milano (strage di Piazza Fontana) e Brescia (strage di Piazza della Loggia).

“Non credo che questo episodio”, scrive Franceschini riferendosi al caso Rauti, “possa essere un elemento sufficiente per mettere in discussione una nomina fatta, come doveroso, esclusivamente in base al curriculum professionale“. Una dichiarazione che per Bolognesi “sbatte la porta in faccia alle associazioni e alle tante donne e uomini di cultura che si sono associati alle nostre preoccupazioni. Questo dimostra che le associazioni avevano e hanno timori fondati”. Ma che cosa temono le associazione dei familiari delle stragi di Bologna, Milano e Brescia? “È un momento estremamente delicato – dice Bolognesi al fattoquodiano.it – devono essere applicate le direttive Prodi, Renzi e la più recente firmata dal presidente Draghi per la desecretazione dei documenti che riguardano le stragi, la P2 e Gladio. Non è un lavoro burocratico“. Quali sono dunque i timori di Bolognesi? Che non vengano resi pubblici tutti i documenti al momento top secret? “Noi non temiamo che ci vengano nascoste carte, a questo punto – risponde il presidente dell’associazione – Ma pretendiamo che il lavoro venga svolto con la massima garanzia di apertura e di volontà di guardare fino in fondo la verità: Andrea De Pasquale in questo senso non può essere una garanzia per noi. E noi rappresentiamo le vittime della stragi e del terrorismo: dobbiamo essere ascoltati“. Parole amare quelle del presidente dei familiari delle vittime della strage di Bologna. Dopo la lettera dei giorni scorsi, Bolognesi sulla vicenda intende andare fino in fondo. “Chiederemo un incontro al presidente Draghi – dice – vogliamo guardalo in faccia e spiegargli che non possiamo essere esautorati da una decisione così delicata. E non credo che anche Draghi ci volterà le spalle”.