Politica

Afghanistan, Draghi: “Impegno dell’Italia a proteggere i nostri collaboratori”. Di Maio sente Stoltenberg, il 24 riferisce in Parlamento

Il premier: "L'Italia al lavoro con i partner europei per la soluzione della crisi". Di Maio sente il segretario Nato Jens Stoltenberg: riferirà alle Camere il 24 agosto insieme a Guerini. Convocato il Copasir il 18 agosto per l'audizione di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis

È atterrato a Fiumicino alle 14.28 il volo dell’Aeronautica militare con a bordo 74 persone (personale dell’ambasciata, connazionali residenti nel Paese e 19 ex collaboratori afghani del corpo diplomatico, a rischio ritorsioni in patria), decollato da Kabul intorno alle 23.30 del 15 agosto. È iniziato così il ponte aereo studiato dal ministero della Difesa e degli Esteri – nell’ambito dell’operazione chiamata “Aquila Omnia” – per portare in salvo gli italiani dall’Afghanistan attraverso voli KC767 dell’Aeronautica. “Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ringrazia le forze armate per le operazioni che stanno permettendo di riportare in Italia i nostri concittadini di base in Afghanistan. L’impegno dell’Italia è proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con la nostra missione. Il presidente è in continuo contatto con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. L’Italia è al lavoro con i partner europei per una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani e in particolare quelli delle donne”, si legge in una nota di palazzo Chigi. Di Maio, a quanto si apprende, ha sentito telefonicamente il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per il coordinamento sulle operazioni di evacuazione e domani parteciperà al Consiglio affari esteri dell’Ue, convocato in via straordinaria dall’Alto rappresentante Josep Borrell. Il 24 agosto, invece, riferirà sulla situazione insieme al ministro della Difesa Lorenzo Guerini sulla situazione davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. Inoltre, mercoledì 18 agosto alle 11 è convocato il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) per la audizione della direttrice Dis (il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, parte dell’intelligence), Elisabetta Belloni.

Meloni: “Fallimento dell’intero Occidente” – Si rincorrono anche le prese di posizione degli esponenti politici. “Vent’anni di diritti e di conquiste cancellati in un batter d’occhio. Un futuro costruito con enormi sacrifici, che non esiste più. È un fallimento dell’intero Occidente causato dalla disastrosa gestione del disimpegno dall’Afghanistan, maldestramente completato dall’amministrazione Biden. Il tutto nel quasi totale silenzio dei sedicenti paladini delle libertà“, scrive su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Per la capogruppo Pd al Senato Simona Malpezzi, “in questa situazione drammatica la nostra priorità deve essere quella di non abbandonare tutti coloro che hanno collaborato in questi anni con i Paesi occidentali e spingere per una rapida iniziativa della comunità internazionale che si deve sentire coinvolta e responsabile. Dobbiamo proseguire il lavoro avviato dal ministero della Difesa per portare in Italia tutti i civili afghani che hanno lavorato al nostro fianco”. Interviene anche il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, vicepresidente del Partito popolare europeo: “Ora si tratta di salvare il maggior numero possibile di persone, impedire che i talebani applichino la sharia. Bisognerà occuparsi di due questioni fondamentali, il terrorismo e l’immigrazione”, dichiara.

Berlusconi: “Ritiro frettoloso e non preparato” – Nel pomeriggio è intervenuto con un post su Facebook anche l’ex premier e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi – capo del Governo nel 2001, quando l’Italia invase l’Afghanistan al fianco degli Usa – criticando il ritiro delle truppe che definisce “frettoloso e non preparato”. “Le drammatiche immagini che giungono da Kabul ci riempiono di angoscia e di amarezza”, scrive. “L’Occidente non può limitarsi ad assistere rassegnato al trionfo dei suoi nemici, dell’integralismo islamico che sta riportando l’Afghanistan ai periodi più oscuri della sua storia. Vent’anni di sacrifici e di sangue versato per garantire a quel grande Paese stabilità e sicurezza sono vanificati da un disimpegno che si è rivelato frettoloso e non preparato. Naturalmente dopo la decisione americana di ritirarsi, decisa dall’amministrazione Trump e confermata da quella Biden, non c’era alcuna possibilità per gli altri Paesi, come l’Italia, di rimanere. Anzi dobbiamo dire ancora una volta grazie ai nostri soldati, ai nostri diplomatici, a tutti i connazionali impegnati nella vicenda afghana, per come hanno gestito la presenza italiana in questo ventennio ed anche quest’ultima fase drammatica. Mai come ora l’Occidente avrebbe bisogno di una leadership esperta ed autorevole, in grado di dare una risposta non rassegnata a quello che sta accadendo. Questo ritiro prematuro è stato un grave errore, ma non fare nulla ora sarebbe ancora più grave”.