Diritti

Morto Gino Strada, il ricordo di padre Zanotelli e don Ciotti: “Aveva capito che il bene non è mai passivo o neutrale”

Il missionario intervistato dall'Agenzia Dire: "Aveva conosciuto bene la guerra e la sofferenza che provoca ed era arrivato a un punto in cui non ne poteva più accettare neanche l'idea". Il fondatore di Libera: "Un caro amico, un lottatore, un uomo che ha vissuto non solo per sé ma per gli altri"

“Per me è la perdita di un compagno di strada. E di un grande amico. L’ho sempre sentito così”. Padre Alex Zanotelli, fondatore di numerose organizzazione pacifiste e direttore fin dalla sua nascita della rivista Mosaico di pace, ricorda Gino Strada, morto nella giornata del 13 agosto. “Gino aveva capito l’assurdità di questo sistema economico finanziario che affama la gente e che ricorre alla guerra per difendere i privilegi di pochi”, ha scritto sul portale dei missionari comboniani Nigrizia. “L’ho conosciuto negli anni Novanta quando ero a Korogocho, baraccopoli di Nairobi (Kenya). E poi ho avuto occasione di incrociarlo più volte nel corso di manifestazioni per la pace. Un uomo che ha saputo schierarsi con le vittime. Lo ha fatto con Emergency e lo ha fatto con la sua testimonianza sulle guerre, in particolare Afghanistan e Iraq”.

La notizia della sua scomparsa, ha detto Zanotelli all’Agenzia Dire, gli è arrivata come un “Tonfo al cuore. L’Italia ha appena perso uno degli uomini che più si è impegnato contro l’assurdità della guerra e che più ha aiutato chi soffriva a causa dei conflitti”, ha aggiunto. Ha inoltre ricordato il loro ultimo incontro, a Riace nel 2018. “Noi eravamo lì in Calabria, lui era in collegamento e già non stava molto bene, era stata un’occasione per parlare”. Strada, ha detto Zanotelli “aveva conosciuto bene la guerra e la sofferenza che provoca ed era arrivato a un punto in cui non ne poteva più accettare neanche l’idea”. E proprio fra i conflitti armati citati dal religioso c’è quello in Afghanistan, dove Strada era stato anni come chirurgo di guerra con il Comitato della Croce Rossa e in cui era tornato con Emergency. L’associazione umanitaria oggi nel Paese dell’Hindukush conta due centri chirurgici per vittime di guerra, un centro chirurgico e pediatrico, un centro di maternità e una rete di 44 Posti di primo soccorso. “È stato uno di quelli che più hanno lottato contro un conflitto insensato come quello, costato un’assurdità come 3mila miliardi”, conclude Zanotelli. Il fondatore di Emergency è stato inoltre molto legato a Don Gallo, il “prete degli ultimi” a sua volta schierato a favore della pace, morto nel 2013.

Anche Don Ciotti, fondatore di Libera, ha voluto riconoscere Gino Strada: “Un caro amico, un lottatore, un uomo che ha vissuto non solo per sé ma per gli altri“, ha scritto. “Consapevole che il bene non è mai passivo o neutrale, che ogni vero bene è figlio del costruire giustizia”, ha concluso il sacerdote a nome del Gruppo Abele, L’organizzazione descrive la “notizia come un fulmine devastante in un momento tragico della storia del mondo e, in particolare, di quell’Afghanistan per cui Gino ha speso molte delle sue energie. Un grandissimo abbraccio a Cecilia (figlia di Gino, ndr) e tutti gli amici di Emergency.