Società

Trent’anni fa gli sbarchi in Puglia di 60mila migranti albanesi. I 20mila rimasti nella regione hanno creato oltre 1.300 imprese

I dati riportati oggi da Il Sole 24 Ore sono stati diffusi dalle camere di commercio pugliesi. Si tratta soprattutto di Pmi attive nelle costruzioni e nel commercio ma ci sono anche aziende agricoli e studi di ingegneria. Oggi anno Puglia e Albania si scambiano beni per circa 2 miliardi di euro

Arrivarono in 20mila l’8 agosto del 1991, trent’anni fa. E poi ancora, altri 30mila nei mesi seguenti. Su navi stipate all’inverosimile nei porti di Bari e Brindisi, in fuga dall’Albania, mentre si sgretolava il regime comunista che reggeva il paese dal 1946. Via, in cerca del sogno, un po’ vero un po’ deformato dal tubo catodico, di una vita nuova e migliore. In fondo la Puglia sta lì, a un’ottantina di kilometri. Si vede, nelle giornate più limpide quasi si tocca. Per l’Italia prima occhiata su quello che sarebbe stato il futuro suo e dell’Europa, mete agognate da raggiungere a qualsiasi costo. Con i tanti problemi di gestione dei flussi e di integrazione ma anche con tanti vantaggi.

Come ricorda oggi Il Sole 24 Ore citando dati delle Camere di Commercio pugliesi, l’ondata del 1991 ha dato origine a 1.333 nuove aziende. Per lo più nelle costruzioni (456) e nel commercio (223) ma ci sono anche 102 aziende agricole e 112 imprese della ristorazione. Oltre ad attività focalizzate sui servizi alla persona. Non mancano studi di ingegneria civile e di architettura (in totale 4) o di produzione di software (2). Molti dei quasi 60mila albanesi che arrivarono quell’anno in Italia si spostarono al Nord, o all’estero. Ma chi è rimasta ha anche dato una spinta all’economia locale. Oggi in Puglia risiedono circa 21mila albanesi. La geografia plasma storia ed economia. Da sempre l’interscambio commerciale tra Puglia ed Albania è florido, da una sponda all’altro dell’Adriatico ogni anno si spostano merci per un valore di circa 2 miliardi di euro.