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Sul ghiacciaio in pantaloncini corti, il Soccorso Alpino sbotta: “Se cade in un crepaccio ha poche possibilità di sopravvivere”

"In caso di caduta in crepaccio, a questa persona ha pochissime possibilità di sopravvivenza. Oltre alle conseguenze dovute alla caduta e allo sfregamento contro il ghiaccio, la permanenza nel crepaccio, con tale equipaggiamento, non consente la necessaria protezione dal freddo e l'ipotermia severa, che può verificarsi in tempi molto brevi, può portare alla morte", le parole del direttore del Cnsas valdostano, Paolo Comune

Se c’è una cosa certa quando si parla di montagna è che non ci si improvvisa escursionisti. Soprattutto quando c’è di mezzo un ghiacciaio, con crepacci e seracchi spesso invisibili ma estremamente pericolosi e temperature rigide anche in estate. Ecco perché il Soccorso Alpino valdostano ha diffuso la foto di un escursionista sulla via normale del Breithorn, nel massiccio del Monte Rosa, a quota 4.000 metri, in pantaloncini corti ed equipaggiato in modo inadeguato per quelle altitudini. “In caso di caduta in crepaccio, a questa persona ha pochissime possibilità di sopravvivenza. Oltre alle conseguenze dovute alla caduta e allo sfregamento contro il ghiaccio, la permanenza nel crepaccio, con tale equipaggiamento, non consente la necessaria protezione dal freddo e l’ipotermia severa, che può verificarsi in tempi molto brevi, può portare alla morte”, le parole del direttore del Cnsas valdostano, Paolo Comune. “Purtroppo – aggiunge – nonostante i numerosi appelli alla prudenza, questi comportamenti sono molto frequenti. Per questo motivo torniamo a ribadire l’assoluta necessità di muoversi, in montagna, con attrezzatura e abbigliamento adeguati, con le opportune conoscenze del territorio e con la massima prudenza”. Allarmismo? No. Regole base per vivere al meglio la montagna.