Politica

Chi critica la linea del governo deve dimettersi e lasciare la poltrona

Diciamo la verità: in pochi sapevamo che il “partito” di Bersani e Speranza organizzava anche una propria festa nazionale. Detto ciò, ieri era ospite Marco Travaglio.

Il suo intervento contro Mario Draghi è stato questo: “Un figlio di papà, un curriculum ambulante. Uno che, avendo fatto bene come banchiere europeo, ci hanno raccontato che è competente anche in materia di sanità, giustizia e vaccini. Invece non capisce un ca**o. Né di giustizia, né di sociale, né di sanità. Capisce di finanza, ma non esiste l’onniscienza. E non ha neanche l’umiltà, a furia di leggere che è competente su tutti i rami dello scibile umano”.

Ognuno può pensare come crede ma se dette parole vengono pronunciate durante un evento di partito, queste assumono un valore politico importante.

Ma andiamo con ordine. Parentesi di rispetto, Mario Draghi ha perso il padre a 15 anni.
Ognuno ha il suo stile. Ora valutiamo la questione politica. Travaglio afferma sul palco del partitino del ministro Roberto Speranza che Draghi non capisce un cazzo in generale e nello specifico di sanità. Considerazioni personali sue rivolte però in un contesto politico ben circoscritto.

Bene, Roberto Speranza è il ministro della Salute del governo Draghi e soprattutto anche del precedente governo Conte. Delle due l’una. O Speranza si dimette subito da ministro (ci sarebbero motivazioni più importanti per la gestione della pandemia lo scorso anno) o prende le distanze nettamente dalla parole di Marco Travaglio.
Perché è politicamente assurdo e contraddittorio che un ministro della Repubblica, in questo caso specifico proprio della Salute, ospiti alla Festa del suo “partito” un giornalista che dice al suo Presidente di non capire anche di sanità.

Il tutto fra l’ilarità generale.

Non vorremmo pensare alle parole profetiche di Roberto Giachetti pronunciate qualche anno fa durante l’assemblea nazionale del Pd. Ed è forse il caso di finirla una volte per tutte. Se la Ditta e i grillini non vogliono stare nel governo Draghi possono uscire subito e lasciare le care poltrone. Invece, non lo faranno mai. Ed in maniera più subdola cercano di logorare il lavoro del governo Draghi. Lavoro, è bene ricordarlo, nell’interesse della Nazione.

Tifare sempre contro l’Italia per cercare di dimostrare che le proprie idee da tifoso avevano fondamento. Un peccato veramente. Un modo di fare che non produce nulla di positivo per tutti. Ma è l’ora della verità.

Mario Draghi ha già dimostrato pragmaticità e competenza. Chi non vuole certe riforme può uscire dal governo. Ma chi dice a Di Maio di lasciare la poltrona di governo? Unico ministro grillino a far parte di tre diversi esecutivi. Chi dice a Speranza di lasciare la poltrona di ministro? Chi dice a Franceschini di lasciare la sua Cultura?

Insomma, parliamoci chiaro: dal governo Draghi non vuole uscire nessuno. L’unico è Conte rimasto senza poltrona e cerca in qualche maniera di farsi notare. Ma dopo aver preso insulti dallo stesso Grillo è rientrato nei 5Stelle senza avere l’effettivo controllo dei Gruppi. Quindi, il giochino è presto terminato.

Se Draghi per Voi non capisce nulla ed era meglio Conte-Casalino e Arcuri siate realmente conseguenti. Altrimenti finitela. Non vi crede più nessuno.

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Nota di redazione

In merito alle parole del direttore del Fatto, il segretario di Articolo Uno e ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dichiarato: “L’uscita di Marco Travaglio sul presidente del Consiglio Mario Draghi è infelice e non rappresenta certo il punto di vista di Articolo Uno che sostiene convintamente la sua azione di governo”.