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Tokyo 2020, letti di cartone anti-sesso. Un ginnasta irlandese li testa: “Fake news”. Il video diventa virale

Nei giorni scorsi si era aperto un gran dibattito sui “letti anti-sesso” del Villaggio olimpico di Tokyo. Sembrava infatti che gli atleti dovessero dormire su dei letti fatti di cartone per evitare il più possibile il contagio di Coronavirus, soprattutto dopo i recenti casi rilevati.

Il 17 luglio il fondista americano Paul Chelimo aveva reso pubblica un’immagine dei letti, commentando: “I letti installati nel villaggio olimpico di Tokyo saranno realizzati in cartone, questo ha lo scopo di evitare l’intimità tra gli atleti. I letti saranno in grado di sopportare il peso di una sola persona per evitare situazioni al di là dello sport. Non vedo alcun problema per i fondisti, possiamo farlo anche in 4“. E poi, ironico, aveva aggiunto: “Quelli che si fanno la pipì a letto qui sono a rischio, una volta che la scatola di cartone è bagnata, il letto cade”. E ancora: “Stiamo passando da Breaking Bad (la serie, ndr) a Breaking Bed“. Insomma, l’aveva buttata sul ridere facendo diventare la notizia virale.

Ci ha pensato allora il ginnasta irlandese Rhys McClenaghan a mettere alla prova questi famigerati letti anti-sesso, e quindi anti-virus. Un esperimento che si potrebbe a questo punto definire ‘rischioso’, nel caso fossero crollati. Fortunatamente no. Anzi, saltandoci ripetutamente sopra, McClenaghan ha definito “fake” la notizia della fragilità del cartone. “Lo vedete? Non si rompe”, ha detto nel video pubblicato su Twitter ieri 18 luglio. Intanto, come riportato da Rai News, il comitato del Villaggio olimpico di Tokyo ha chiarito: “I letti di cartone sono robusti e non è, quindi, vero che si sarebbero rotti al primo brusco movimento o al peso di più di una persona”.

Insomma, la scelta è dettata da un motivo prettamente legato alla sostenibilità ambientale. Come riportato da GreenMe, la presentazione di questa tipologia di letti è antecedente alla pandemia di Covid-19. Non a caso agli atleti saranno distribuiti preservativi gratuiti, una tradizione iniziata dall’edizione di Seoul ’88. Quest’anno saranno circa 160.000 profilattici, niente a che vedere con il numero record di 450.000 durante le Olimpiadi di Rio del 2016.