Politica

Renzi sempre più a destra. A Confindustria promette: “Vogliamo un referendum per abrogare il reddito di cittadinanza”

Renzi intende avviare la raccolta delle firme necessarie per chiedere il referendum abrogativo del provvedimento nel 2022. Oggi l'Istat ha fatto sapere che di reddito e pensioni di cittadinanza hanno beneficiato 3,7 milioni di persone con un esborso complessivo di 7 miliardi di euro

Matteo Renzi e Italia viva raccoglieranno le firme per abolire il Reddito di cittadinanza. Come se questa settimana l’ex premier non avesse già mandato abbastanza ammiccamenti alla destra, l’ex presidente del Consiglio si è presentato davanti alla platea dei Giovani imprenditori di Confindustria e ha rivelato la sua prossima battaglia: “Nel 2022 partiremo con una raccolta firme per un referendum abrogativo del Reddito di cittadinanza. Vogliamo che siano gli italiani a dire se il Reddito di cittadinanza è diseducativo e se va mantenuto o no”. Insomma, Renzi si schiera sempre più destra: nella settimana in cui ha cercato di far saltare il ddl Zan boicottando un disegno di legge che i suoi stessi parlamentari hanno contribuito a scrivere e dopo che ha ufficialmente dichiarato che intende dialogare con Salvini, Berlusconi, Meloni per l’elezione del futuro presidente della Repubblica, ecco che prova a salire su uno dei cavalli di battaglia del centrodestra.

Del resto non è la prima volta che tra i suoi serpeggia la tentazione di accanirsi contro la misura introdotta dal M5s, ma una cosa è demolirla nei tanti comizi a uso propaganda e un’altra attivarsi in modo operativo per farla fallire. L’idea ai suoi fedelissimi piace da sempre: nel 2019 la lanciò Sandro Gozi insieme a Maria Elena Boschi (e a dirla tutta anche qualcuno del Partito democratico): la legge non era ancora entrata in vigore e i renziani già si prodigavano nel chiedere un referendum contro i poveri. Ora, mentre la popolarità di Renzi è ai minimi storici e quella del suo partito affonda sotto il 2 per cento, ecco la trovata per riciclarsi nello schieramento avversario: fare quello che neanche a destra avevano osato fare finora e andare nelle piazze a chiedere firme per demolire una misura di aiuto che hanno in quasi tutti i Paesi europei. E come un vero e proprio esponente di Forza Italia o del Carroccio, dimostrando che la metamorfosi è quasi completa, arriva a definire lo strumento “diseducativo”. Non importa che il reddito di cittadinanza sia stato blindato anche da Mario Draghi, il premier di cui Renzi non perde occasione di tessere le lodi: ora l’unica priorità per il senatore di Rignano è farsi benvolere dal centrodestra in vista delle prossime partite politiche. E per farlo è pronto a tutto.

Su questo Renzi è perfettamente in linea con Confindustria, che ora più che mai può contare sull’appoggio dell’ex premier. E proprio questa mattina Riccardo Di Stefano, leader dei Giovani Imprenditori di Confindustria ha ribadito la posizione: “Si è creato il reddito di cittadinanza, che non solo non ha abolito la povertà, ma sta addirittura generando effetti distorsivi”, ha detto. “Il dramma del lavoro senza tutele, che va combattuto e condannato in ogni forma perché penalizza gli imprenditori onesti, che sono la maggior parte”. Quindi ha avverttito: “Bisogna, dunque, riformare il reddito di cittadinanza, a partire da quelle politiche attive che sono rimaste lettera morta, per renderlo ciò che dovrebbe essere: un sostegno a chi è in difficoltà e non una rendita di immobilità”. L’annuncio di Renzi è arrivato nel giorno in cui l’Istat ha comunicato che “le prestazioni sociali sono aumentate di 37,6 miliardi di euro (più 9,6%), tra le misure di sostegno al reddito, 13,7 miliardi sono andati alla copertura della cassa integrazione e 14 miliardi ad altri assegni e sussidi. Oltre 7 miliardi sono stati erogati nel corso del 2020 attraverso reddito e pensione di cittadinanza – afferma l’Istituto – con 1,6 milioni di nuclei familiari percettori, per un totale di 3,7 milioni di persone coinvolte. Il reddito di emergenza ha invece interessato 425mila nuclei familiari”.