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Variante Delta, nuovo record di casi in Regno Unito da gennaio: quasi 23mila. Preoccupano i 60mila spettatori previsti a Wembley

L'aumento dei casi si registra nonostante i vaccini somministrati abbiano superato quota 77 milioni, con la prima dose inoculata a quasi l’85% della popolazione adulta residente e i richiami (in cifra assoluta oltre 32,5 milioni) al 62% degli over 18

La variante Delta continua a far impennare i contagi da coronavirus in Gran Bretagna. Anche oggi si è registrato un nuovo record di casi dal 28 gennaio, con 22.868 positivi nelle ultime 24 ore a fronte di 1,2 milioni di tamponi effettuati. Nonostante la popolazione sia ampiamente vaccinata con almeno la prima dose di AstraZeneca come vaccino più utilizzato, i numeri dei casi registrati continuano a crescere, anche se l’azione dei farmaci per l’immunizzazione frena un aumento che potrebbe essere ben maggiore, soprattutto per quanto riguarda i ricoveri che, infatti, rimangono stabili intorno ai 1.500 in tutti i reparti del Paese e le vittime, solo tre nelle ultime 24 ore.

Secondo le indicazioni degli ultimi giorni, i contagi legati alla mutazione Delta del coronavirus, ormai dominante sull’isola rispetto all’inglese, hanno toccato il 99% dei nuovi casi totali. I vaccini somministrati hanno invece superato quota 77 milioni, con la prima dose inoculata a quasi l’85% della popolazione adulta residente e i richiami (in cifra assoluta oltre 32,5 milioni) al 62% degli over 18. Rimane questa l’arma che il governo di Boris Johnson dovrà usare per evitare che i contagi possano iniziare a crescere in maniera esponenziale e tornare fuori controllo, visto che le evidenze scientifiche dicono che la nuova mutazione proveniente dall’India è comunque coperta dai farmaci ad oggi a disposizione.

Intanto, Downing Street ha rinviato l’ultima tappa dell’uscita dalle restrizioni del lockdown dal 21 giugno a non prima del 19 luglio, con il ministro della Sanità, Sajid Javid, che ha comunque detto di sperare di rispettare questa data come scadenza definitiva, ma su cui alcuni esperti restano prudenti in attesa di vedere l’evoluzione della tendenza delle infezioni. A preoccupare le istituzioni sanitarie sono anche le eccezioni sugli assembramenti concesse per gli Europei di calcio, con l’annunciato allargamento delle presenze autorizzate allo stadio di Wembley per le semifinali e la finale – in calendario fra il 6 e l’11 luglio – a oltre 60mila spettatori contro i 40mila inizialmente previsti.