Società

Truffe: abbonati alla rivista della Polizia, non ti faranno più le multe!

Una quarantina di anni fa scrissi a proposito della pubblicità che offriva gli occhialini che ti facevano vedere le donne nude. Una truffa evidente che è andata avanti per decenni e che non mi risulta mai repressa ma forse caduta in disuso per il successivo mancato superamento del limite di credibilità.

Venti anni fa denunciai alla polizia il tentativo di truffarmi di un sedicente poliziotto che mi voleva vendere l’abbonamento al mensile della polizia; avrei anche ricevuto in omaggio l’autoadesivo da appiccicare sull’auto, l’uomo al telefono mi spiegò che se ero amico della polizia, la stradale non mi dava più le multe. Io feci finta di accettare, mi feci mandare l’indirizzo per il vaglia e poi andai in questura offrendomi anche di pagare così che potessero seguire la traccia dei soldi. Mi ringraziarono ma non credo che sia successo niente.

Dopo un paio di anni denunciai chi mi voleva vendere l’abbonamento alla rivista dei finanzieri, ottimo per ammorbidire le ispezioni. Feci un’altra denuncia spiegando che questo tipo di truffa avrebbe dovuto far imbestialire le Forze dell’Ordine: il fatto che si usasse il loro nome per truffare i cittadini era un insulto alla loro immagine!

Non successe nulla e neppure ci furono reazioni quando denunciai il tentativo di rifilarmi la rivista degli amici dei carabinieri, che mi garantiva l’immunità da qualunque indagine e anche dal pericolo di contrarre lo scorbuto e la pesta bubbonica.

Mia madre una volta provò a incastrare un tale che vendeva in tv orologi di gran marca a prezzi ridicoli. Li comprò e appurò che non funzionavano neanche. Con la collaborazione dell’amico Antonio Ricci, ideatore di Striscia la Notizia, riuscirono a documentare la truffa. Si arrivò al processo e l’avvocato del truffatore sostenne che solo uno stupido poteva credere che si vendessero orologi di gran marca a 20mila lire.

Furono condannati a pene ridicole.

Quindi quando affermo che lo Stato non fa niente o quasi contro questi schifosi che taglieggiano i più deboli parlo sulla base di evidenze. Gli esempi e le storie sono centinaia e la gente ogni giorno subisce.

E questo è molto grave.

La legge italiana colpisce la truffa in modo blando. Marco Marchetti, avvocato a Perugia, mi spiega quanto sono diffuse le truffe e che per arrivare effettivamente al carcere serve ben altro, almeno un livello di truffa aggravata, mentre le furbate quotidiane quelle che ti trovi a fronteggiare ogni giorno in genere sfuggono: “Un campo ormai quasi sconfinato sono le truffe commerciali e contrattuali (il tecnico della caldaia che induce a comprare una caldaia nuova quando il guasto invece è riparabilissimo; o la vendita di un immobile nascondendo al compratore che è abusivo); è poi sterminato il panorama delle truffe via internet: qui però almeno la lontananza gioca a favore del danneggiato perché rendendo più difficile la difesa trasforma la truffa in truffa aggravata. Anche la qualità del soggetto leso può portare alla forma aggravata, ad esempio, per citare casi reali, un prete che in cambio delle monete delle elemosine riceva un assegno circolare falso, o venga ingannato sulla situazione che il truffatore rappresenta così da elargire denaro; in questi casi è vittima di truffa aggravata”.

(continua)