Tecnologia

Il web browser Google Chrome va in crash? Ecco la soluzione

L'ultima versione del web browser Google Chrome sembra avere problemi di instabilità sia su Windows 10 che su Linux, eppure la soluzione è più semplice di quanto pensiate. Ecco cosa bisogna fare.

Google ha rilasciato un aggiornamento minore di Google Chrome che mira a risolvere gli arresti anomali del browser che hanno interessato gli utenti di tutto il mondo su Windows 10 e Linux. Giovedì scorso, infatti, molti utenti Windows 10 hanno iniziato a riscontrare blocchi improvvisi delle schede e delle estensioni di Chrome, per poi scoprire che il problema si verificava anche su Linux.

Oltre all’arresto anomalo delle estensioni, gli utilizzatori di Chrome hanno segnalato l’impossibilità di accedere alle impostazioni del browser, alla pagina delle estensioni e che le schede di Chrome mostravano una schermata grigia. Per risolvere il problema, gli utenti hanno iniziato a reinstallare Google Chrome oppure a cancellare la cartella “User Data”, ma questo comportava la perdita dei propri dati nel caso in cui non si fosse eseguito un backup precedente o con la mancata sincronizzazione con Google.

Come riporta BleepingComputer, a fronte di queste problematiche ieri il colosso di Mountain View ha rilasciato un piccolo aggiornamento che risolve i crash del browser. Ha inoltre condiviso alcuni passaggi – davvero particolare – per risolvere la problematica:

Per gli utenti Windows 10:

Per gli utenti Linux:

Google non ha dichiarato ufficialmente cosa abbia causato gli arresti anomali. Ma, in base ai passaggi indicati sopra, sembra che un esperimento di Origin Trial sia stato la causa dei crash segnalati da alcuni utenti. BleepingComputer ha affermato di aver contattato Google, per avere più informazioni riguardo la problematica e quale esperimento nello specifico abbia causato gli arresti anomali, ma è ancora in attesa di una risposta. Google Chrome recentemente è stato anche protagonista di un alto episodio spiacevole: una pericolosa estensione presente nel suo store si spacciava per Microsoft Authenticator.