Cronaca

I contagi sul lavoro sono stati 171.804 da inizio pandemia, con 600 morti. I dati dell’Inail: aumentata l’incidenza in alcuni settori

I casi sono 6.276 in più rispetto all'ultimo monitoraggio mensile dell'Istituto: calo dell'incidenza dei casi di infezione tra il personale che opera nella sanità, mentre aumenta quella in altri settori produttivi, come trasporti, servizi di alloggio e ristorazione, commercio e servizi di informazione e comunicazione

I contagi sul lavoro segnalati all’Inail da inizio pandemia allo scorso 30 aprile sono stati 171.804. In 600 di questi casi, il lavoratore è morto. Sono i dati diffusi dall’Istituto, che segnala come finalmente nel periodo tra febbraio e aprile si è assistito un calo dell’incidenza dei casi di infezione tra il personale che opera nella sanità e assistenza sociale, che è tornata ai livelli dell’estate 2020. Un primo effetto delle vaccinazioni.

Al contrario, però, è aumentata l’incidenza in altri settori produttivi, come trasporti, servizi di alloggio e ristorazione, commercio e servizi di informazione e comunicazione. Tra febbraio e aprile di quest’anno questi settori raccolgono complessivamente circa il 25% delle infezioni di origine professionale, contro il 6% della prima ondata, il 18% del periodo estivo e l’8% della seconda ondata.

Le infezioni da Covid di origine professionale sono pari a circa un quarto del totale delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute all’Inail dal gennaio 2020 e al 4,3% del complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data. Rispetto alle 165.528 denunce registrate dal monitoraggio mensile precedente, i casi in più sono 6.276 (+3,8%). I decessi sono 49 in più. La maggior parte dei morti è concentrata soprattutto nel trimestre marzo-maggio 2020 (58,2%).