Diritti

Milano, protesta (e ironia) per il flop della sanatoria Bellanova sulla regolarizzazione dei braccianti: “Tempi di attesa indegni”

Ieri la manifestazione a Piazza Duca d’Aosta tenuta dal movimento “Non possiamo più aspettare”. Giovanni Motta, avvocato e membro dell’associazione AccoglierSi: "Le perplessità dei richiedenti nascono dalle interminabili lungaggini per il rilascio degli stessi documenti"

Un enorme cartonato raffigurante la Vergine Maria, ma con il volto dell’ex ministra delle politiche agricole, Teresa Bellanova. Ai piedi, una gabbietta di metallo in cui sono rinchiusi cartoncini raffiguranti di persone. E poi bottigliette d’acqua o, meglio, bottigliette di “lacrime popolari, raccolte dalla fonte Bellanova” che si convertiranno in permessi di soggiorno dopo un anno d’invecchiamento. Chiunque, passando per Piazza Duca d’Aosta, ieri a Milano, non avrà potuto non notare la manifestazione tenuta dal movimento “Non possiamo più aspettare”.

A un anno esatto dalla promulgazione della sanatoria da parte dell’ex ministra Bellanova, contenuta nel Dl Rilancio, e concentrata sulla regolarizzazione di braccianti, colf e badanti, i numeri ottenuti dal provvedimento sono stati insufficienti. A fronte di 207mila domande presentate da parte di lavoratori irregolari, solo il 5% delle stesse è stato esaminato, e solo lo 0,71% (circa 1480) ha concluso la procedura di regolarizzazione con il rilascio del permesso di soggiorno. Soltanto con la denuncia di Ero Straniero – L’umanità che fa bene, la campagna informativa sull’immigrazione avviata da Radicali Italiani, si è riusciti a ottenere un leggero incremento delle domande esaminate, dal 5% all’12,7% circa.

A spiegare i dettagli della protesta è stato Giovanni Motta, avvocato e membro dell’associazione AccoglierSi, che si occupa di promuovere e realizzare progetti inclusivi di solidarietà sociale, nonché principale gestore dello sportello informativo. A suo dire i cittadini giunti allo sportello informativo hanno prevalentemente posto domande riguardo i tempi d’attesa per le sanatorie, i metodi per ottenere la tessera sanitaria (particolarmente richiesta dai cittadini irregolari, vista la campagna vaccinale in corso) e quelli per ottenere documenti d’idoneità alloggiativa. Chi ha deciso di rivolgersi allo sportello, inoltre, è sempre stato a conoscenza della sanatoria, avendola richiesta in passato: “Le perplessità dei richiedenti – spiega Motta a ilfattoquotidiano.it – nascono dai tempi d’attesa riguardo il rilascio degli stessi documenti“.

Proprio sulle tempistiche, infatti, si sono viste le principali fragilità del sistema messo in piedi dall’ex ministra Bellanova. Altro enorme fattore di rischio per i richiedenti irregolari è dato dal non possedere documenti durante l’attesa per il rilascio del permesso di soggiorno, con il rischio di essere fermati dalle autorità ed essere spediti all’interno di un Cpr (Centro di Permanenza per il Rimpatrio). Erano presenti, infatti, alcuni membri del comitato “Mai più lager – NO ai Cpr”, che hanno distribuito volantini, tradotti in diverse lingue, nei quali contestavano i lentissimi tempi burocratici della sanatoria, e la situazione d’instabilità regolativa dei richiedenti durante l’attesa. “La sanatoria è stata un fallimento. Molte persone dopo un anno stanno ancora aspettando una risposta – è stata la loro denuncia – Tantissimi ne sono stati esclusi, o sono stati truffati. Senza un permesso, senza la residenza, non è possibile curarsi, lavorare, avere una casa. Se si perde il permesso si perde il diritto ad una vita normale. In Italia se sei uno straniero e non hai il permesso di soggiorno puoi essere fermato per strada e portato in un Cpr, e poi rimandato nel tuo paese di origine”.