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Piroso: “Rula Jebreal lavorò a La7 e non ebbe problemi ad aggregarsi a una rete di uomini, bruciando le tappe”

La giornalista aveva comunicato venerdì scorso il suo no all'ospitata, già annunciata, a Propaganda Live perché unica donna tra 7 ospiti. Poche righe che hanno creato un vero e proprio caso mediatico intorno al programma di La7, con l'inevitabile reazione social e con gli schieramenti di rito a favore o contro. Alla lista si è aggiunto Antonello Piroso, ex direttore del TgLa7, che in un articolo pubblicato dal quotidiano La Verità ha ricordato dell'approdo della giornalista come ospite e come conduttrice di Omnibus, di cui lui era autore, e come ospite del programma L'Infedele di Gad Lerner

Sette ospiti solo una donna. Come mai? Con rammarico devo declinare l’invito, come scelta professionale non partecipo a nessun evento che non implementa la parità e l’inclusione”, con queste parole Rula Jebreal aveva comunicato venerdì scorso il suo no all’ospitata, già annunciata, a Propaganda Live. Poche righe che hanno creato un vero e proprio caso mediatico intorno al programma di La7, con l’inevitabile reazione social e con gli schieramenti di rito a favore o contro.

Alla lista si è aggiunto Antonello Piroso, ex direttore del TgLa7, che in un articolo pubblicato dal quotidiano La Verità ha ricordato dell’approdo della giornalista come ospite e come conduttrice di Omnibus, di cui lui era autore, e come ospite del programma L’Infedele di Gad Lerner: “All’epoca Rula non espresse alcun tipo di rilievo sull’ambiente tracimante testosterone in cui era costretta ad operare, dall’azionista Marco Tronchetti Provera – in quanto a capo di Telecom – in giù: l’amministratore delegato Antonio Campo dall’Orto, il responsabile del palinsesto Lillo Tombolini, il direttore generale Marco Ghigliani, i citati Giustiniani, Ferrari e Lerner, ma anche Maurizio Costanzo e Paolo Mieli nel ruolo di amichevoli consiglieri. Insomma Rula non ebbe problemi a farsi cooptare allegramente da una banda di uomini in una rete di uomini, bruciando le tappe”.

“La stagione 2005-2006 fu particolarmente faticosa perché Rula non solo era refrattaria ai suggerimenti che le venivano dati, inciampando in svarioni da Oscar ma soprattutto incline a chiudere ogni confronto lasciando trasparire di poter contare sui consigli di firme ben più importanti di me, povero scriba. Risultato? Riuscì a complicarsi la vita facendo tutto da sola. Alla fine di quell’anno – e nonostante le lunari accuse rivoltemi di averla in sostanza stalkerata sul lavoro – il contratto non le fu rinnovato (mentre io fui addirittura promosso a direttore del tg)”, aggiunge l’ex collega di lavoro.

Piroso si sofferma sull’incoerenza della Jebreal sbarcata poi a novembre 2006 a Annozero di Michele Santoro, anche in quel caso con puntata che vedeva in scena solo ospiti uomini: “Nel 2020 sempre lei andò ospite da Corrado Formigli su La7, in una puntata di Piazza Pulita in cui la confraternita era tutta maschile, 14 (14!) uomini a cominciare da Enrico Letta, senza proteste”.

Alle accuse della giornalista venerdì in diretta aveva replicato il conduttore Diego Bianchi: “Avevamo deciso di invitare Rula Jebreal per raccontare quello che sta succedendo tra Israele e Palestina ma, quando lei ha visto il suo nome in mezzo a quelli di altri sette ospiti, tutti uomini, ha deciso di non esserci. Ora è chiaro che non ci conosce. Non conoscevo Rula Jebreal. Non ci avevo mai parlato fino a ieri sera. Eravamo molto contenti di avere qui il suo punto di vista e la sua competenza al servizio della trasmissione, ma stamattina, quando abbiamo lanciato sui social i nomi degli ospiti della puntata, insieme ad alcuni nomi del cast, lei si è vista da sola, unica donna, e ha deciso, in coerenza con sue battaglie, di non venire”.

“Abbiamo capito, una volta per tutte, che lei non conosce questa trasmissione che, con tutte le difficoltà e gli errori fatti negli anni, già dai tempi di Gazebo in Rai, ha vinto il ‘Diversity award’ proprio perché rappresenta tutte le diversità. La nostra forma mentis – ha aggiunto – consiste nell’invitare una donna o un uomo perché competenti, per la loro storia, perché i migliori per parlare di quella determinata cosa. Non avevamo chiamato Rula perché donna ma perché, visto quello che sta succedendo, ci sembrava la giornalista, la persona adatta. Il risultato è che non ci sarà nessuno a parlare di Palestina con quel pensiero e quel ragionamento che volevamo condividere”, aveva concluso Bianchi.