Politica

“E i palestinesi no?”, Italia Viva Rimini critica su Twitter l’appoggio del partito a Israele: profilo cancellato. E parte il #cineRiminiViva

Sul social, la sezione riminese aveva replicato alla partecipazione del partito a una manifestazione pro-Israele a Roma, mentre è in corso il conflitto con i palestinesi. Dopo la cancellazione del profilo scatta l'ironia: "Se mi contraddici ti cancello", "Quattro elettori e un funerale", "Bannati senza gloria", "Renzi mani di forbice" e "Rimini Viva non deve morire" sono solo alcuni dei titoli cinematografici proposti dagli utenti

È finita con una cancellazione da Twitter e l’ironia del web lo scontro via social tra il profilo di Italia Viva e quello della sezione di Rimini del partito di Matteo Renzi. Terreno di scontro sono le nuove tensioni tra Palestina e Israele, dopo l’annuncio del partito di aver preso parte alla manifestazione pro-Israele a Roma: “La nostra delegazione in piazza al Portico di Ottavia a Roma per difendere il diritto ad esistere dello Stato di Israele”, si legge nel tweet del partito.

Ma nella formazione c’è chi non è d’accordo con questa presa di posizione, ricordando le sofferenze e i soprusi ai danni della popolazione palestinese dei Territori Occupati: “E i palestinesi no? Ma scherziamo?”, ha replicato il profilo di Italia Viva Rimini. Risultato: la risposta è scomparsa e cercando sul popolare social il profilo della sezione riminese del partito si nota che è stato cancellato.

Un provvedimento che ha scatenato l’inevitabile reazione social, tra chi ipotizza un’operazione di censura e chi, invece, ha risposto con ironia, tanto da lanciare un #cineRiminiViva, hashtag usato per commentare i fatti d’attualità con titoli di celebri film storpiati. E allora fioccano le proposte: da “Se mi contraddici ti cancello” a “Quattro elettori e un funerale”, fino a “Bannati senza gloria”, “Renzi mani di forbice” o “Rimini Viva non deve morire”. E c’è chi, infine, ripropone la famosa foto ritoccata dalla quale Josif Stalin fece eliminare il suo ministro degli Interni e organizzatore delle Grandi purghe, Nikolaj Ivanovič Ežov, dopo che quest’ultimo fu riconosciuto colpevole di spionaggio e tradimento.