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Matteo Bassetti confessa: “La telecamera è una droga. Se con le donne il tuo avversario è Galli, ti piace vincere facile”

Il direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova Matteo Bassettisi racconta in un'intervista esclusiva al settimanale Chi in cui, per una volta, non parla di Covid e vaccini ma della sua vita privata

“Chi sono io? Sono quello che ho sempre voluto essere“. Esordisce così il direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti in un’intervista esclusiva al settimanale Chi in cui, per una volta, non parla di Covid e vaccini ma della sua vita privata. Proprio così. Il virologo, volto ormai noto della tv, si racconta a cuore aperto, dall’amore per la moglie Maria Chiara al rapporto con i figli e con le telecamere. “Non nascondo che la telecamera è una droga. Ma quando non mi chiameranno più vorrà dire che l’emergenza è finita. Accetto volentieri lo scambio, ma non credo che sarà per forza oblio”, ha detto Bassetti.

Con la moglie Maria Chiara, poco più che 40enne, “abbiamo avuto i nostri alti e bassi come tutti, ma ci amiamo ancora tanto. Se è gelosa del fatto che sono considerato un sex symbol? Si tratta di una leggenda messa in giro da voi giornalisti. Non le nascondo che, come dice mia moglie, mi piace piacere. Che c’è di male? Ho 50 anni, professore e direttore, ora anche la notorietà. Perché dovrei vergognarmene?”. E i suoi suoi figli gli dicono: “Papà, così non vale. Se con le donne il tuo avversario è il professor Galli, vuol dire che ti piace vincere facile“.

Poi è la volta dei ricordi di gioventù: “Ero della generazione paninara con il mito della Milano da bere e divisa d’ordinanza, Timberland e Moncler – racconta ancora il virologo a Chi -. Negli anni ’80 in segreto ascoltavo Gino Paoli. Abitava a cinquanta metri da casa nostra, collina di Quinto, lo vedevo uscire dal cancello con superauto e superdonne. Un mito, ma soprattutto un poeta pazzesco che ha scritto la colonna sonora dell’amore tra i miei genitori, Sapore di sale, e poi del mio grande amore, Maria Chiara. Primo incontro nel 2001, ma non accadde nulla. Non che non mi avesse colpito: ero appena tornato dagli Stati Uniti, iniziavo a lavorare, trentenne del genere ‘voglio tutto subito’ e quindi poco incline ai legami. Fase breve. L’anno successivo io e Maria Chiara ci siamo fidanzati, sei mesi dopo le ho chiesto di sposarmi e dopo altri sei mesi, era l’1 giugno 2003, eravamo marito e moglie”.