Ambiente & Veleni

I volontari di Lonate Pozzolo che in due anni hanno raccolto 52 tonnellate di rifiuti: “Nei boschi le bestie non sporcano, gli uomini sì”

Oltre 2mila ore di lavoro nelle aree verdi attorno al paese in provincia di Varese. Il messaggio è arrivato anche al comune confinante: il 20 aprile scorso è nata l’associazione Puliamo Ferno. “Se tutti ci aiutassimo, sarebbe bellissimo: non ci divisioni di fronte a una piaga sociale come questa”

“Nei boschi le bestie non sporcano ma gli uomini sì. Si prega di comportarsi come le bestie”. Ecco uno dei mantra della onlus Ripuliamo-LO di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese. E l’aforisma li riguarda da vicino: nel paese – immerso nel parco naturale della Valle del Ticino – ci sono “molte aree boschive e buie la sera”, spiega il presidente dell’associazione David Minato. Un terreno ideale per chi getta i rifiuti nella natura. Ma da un anno i 40 membri dell’associazione stanno cercando di risolvere il problema. Come? Raccogliendoli.

Tutto comincia a settembre 2019 quando Minato e Luisa Castoldi, oggi vicepresidente, si danno appuntamento per raccogliere la spazzatura. “E con il senno di poi ce n’era bisogno”, conferma il fondatore della Onlus. A loro si aggiunge Modesto Verderio, presidente della municipalizzata che raccoglie i rifiuti. “Settimana dopo settimana, siamo diventati in nove e abbiamo deciso di costituire l’associazione il 19 febbraio 2020”. E i risultati non sono mancati: “Abbiamo raccolto 52 tonnellate in 2.160 ore di lavoro”. Nel frattempo si sono aggiunti altri 31 volontari: “Li definisca però Volontari, con la v maiuscola”, chiede il 42enne presidente. “Ho visto alcuni di loro buttare via le pinzette e raccogliere con le mani per fare più in fretta”.

Il messaggio è arrivato anche al comune confinante: il 20 aprile scorso è nata l’associazione Puliamo Ferno. “Abbiamo collaborato un paio di volte anche perché è il paese da cui provengo”, spiega Minato. “Se tutti ci aiutassimo, sarebbe bellissimo: non ci divisioni di fronte a una piaga sociale come questa”. E la prima cooperazione è quella con il Comune: “Ci ha fornito un autocarro, anche se il carburante è a spese nostre per mia scelta”.

La lista civica che amministra ha anche installato alcune fototrappole per individuare chi abbandona i rifiuti. Il 42enne tecnico aeronautico a Leonardo Elicotteri è convinto che questi comportamenti siano causati da mancanza di rispetto verso il prossimo e da pigrizia: “È più facile buttare l’immondizia nel bosco che fare la raccolta differenziata”. Tuttavia, “il 60,70% della spazzatura raccolta risale agli anni passati. Ad esempio, ci siamo trovati di fronte ad un copertone al cui interno era cresciuta una pianta di 10-15 centimetri di diametro”.

Ma i maleducati ci sono ancora: “A settembre un signore ha aperto il bagagliaio ed ha iniziato a scaricare con nonchalance. Ma un passante in bicicletta lo ha visto”. Tornato sul posto, ha appeso un cartello sopra i rifiuti con il numero di targa e la scritta: “Sei un vuncione, il termine dialettale per sporcaccione. La sensibilità dei cittadini sta infatti aumentando: “Ne siamo contenti perché il nostro scopo non è tanto far sapere quanto raccogliamo ma mostrare quanta fatica si fa a pulire”. Fatica cui si accompagnano però soddisfazioni: “Una signora anziana vuole offrirci una cena o un pranzo al ristorante e si sente in difficoltà perché siamo in tanti. Ma noi ci accontentiamo del caffè…”. Ognuno contribuisce per quello che può, insomma. E prende vita così una delle frasi più amate da Ripuliamo-Lo: “Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese”.