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Che Tempo Che Fa, Luciana Littizzetto contro il senatore leghista Simone Pillon: “Datti un pugno in mezzo alle gambe”. La replica

Nel corso della puntata di Che Tempo Che Fa andata in onda domenica 18 marzo su Rai 3, la comica torinese ha letto una sua lettera/monologo indirizzata proprio al parlamentare leghista, capofila dei politici contrari all'approvazione del Ddl, e, stamane, è arrivata la replica del diretto interessato

Botta e risposta tra Luciana Littizzetto e il senatore della Lega Simone Pillon sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia. Nel corso della puntata di Che Tempo Che Fa andata in onda domenica 18 marzo su Rai 3, la comica torinese ha letto una sua lettera/monologo indirizzata proprio al parlamentare leghista, capofila dei politici contrari all’approvazione del Ddl, e, stamane, è arrivata la replica del diretto interessato.

“Caro Pilly… Pipillone bello – ha esordito Luciana Littizzetto -. Che quando senti parole che iniziano per OMO o per TRANS tremi. Che se ti dicono: ‘Transiberiana’? Ti offendi. ‘Transistor, transaminasi’? Ti inalberi. A me agita l’odio non l’amore. In qualsiasi forma si esprima. Scusa Pillon… e vorrei che notassi che non ci metto la R anche se sarei tentatissima di farlo”. E ancora: “L’amore è come il Festival di Sanremo: va avanti lo stesso, nonostante le polemiche e nonostante alla fine ci si diverta solo per cinque giorni…”. “L’unica cosa che chiediamo – ha proseguito – è di approvare una legge che punisca chi va in giro a pestare e insultare chi fa scelte sessuali diverse dalle proprie”. Quindi l’affondo finale: “Lo dico anche a te picchiatore. La prossima volta che sentirai lo stimolo di chiudere la mano a pugno, indirizzala al centro delle tue gambe“.

A stretto giro, oggi è arrivato il contro-attacco. “Mia cara Lucianina, Lucy, gambino di sedano, ti posso fare una domandina? Ma tu hai letto il codice penale? E il ddl Zan, lo hai letto? o leggi solo le veline che ti passa il PD?”, replica a tono Simone Pillon. “Se tu li avessi letti – prosegue il senatore nella sua risposta su Facebook – avresti scoperto una cosa carina, e cioè che già oggi, con le leggi in vigore, ‘se tu insulti o picchi una persona per via del suo orientamento sessuale o per il suo genere o per la sua disabilità, devi subire una condanna pecuniaria o penale’. Anzi, applicando il già vigente art. 61 puoi ottenere pene aggravate per chi sia così stupido o pericoloso da aggredire qualcun altro perchè gay, o perchè non la pensa come lui”.

“Il ddl Zan – aggiunge il senatore della Lega – dice che donna non è la persona con i cromosomi xx, ma anche un maschio che si sente donna. E a lui spettano quote rosa, gare sportive femminili, diritti delle donne. Il ddl Zan dice che sarà punita la semplice istigazione alla discriminazione contro i diritti LGBTQ+, e siccome tra i diritti pretesi ci sono il matrimonio e i figli, chiunque farà propaganda contro il matrimonio gay o l’utero in affitto si beccherà da 2 a 6 anni di reclusione. Il ddl Zan dice che, con la scusa della ‘giornata nazionale contro omofobia, bifobia, lesbofobia e transfobia’ bisogna insegnare ai bambini fin dai 3 anni, l’ideologia gender. Noi, cara Luciana, rispettiamo tutti, e non vogliamo che ci siano alcuni più uguali di altri“, sottolinea Pillon.

“Tu invece – aggiunge – rispetti solo chi ti pare, e ti permetti di diffamarmi, dicendo che ho la testa vuota. Meriteresti una querela, ma il mio Maestro mi ha insegnato a non rispondere al male col male, perciò stai tranquilla, non sarai accusata di pillonfobia. Solo, la prossima volta, visto che sei democratica, ricordati di garantire il contraddittorio. È facile sparare addosso agli assenti… Oltretutto lo stipendio te lo paghiamo tutti, e tutti abbiamo diritto di essere rappresentati nella tv pubblica, no?” “PS: io non penso di essere caxxialtruifobico, come dici. Per conto mio ognuno faccia come gli pare, anche sul soffitto se gli piace. Ma se limitano la mia libertà di pensiero, e più ancora se cercano di legittimare indirettamente pratiche orrende come l’utero in affitto o peggio se cercano di andare nelle scuole a indottrinare i miei figli, allora è mio dovere alzarmi in piedi. È nostro dovere alzarci in piedi”, conclude Pillon.