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“In tre anni ho ritrovato un migliaio di animali smarriti, ecco come faccio”: parla il pet detective più richiesto in Italia

Said Beid è un bambino di Casablanca che di giorno va a scuola e di sera gioca con i cani da guardia del parcheggio vicino casa. E in campagna d’estate impara il comportamento di tutti gli animali. Porta loro cibo e se li fa amici. Anni dopo lo ritroviamo a Torino, da immigrato con permesso temporaneo di soggiorno. Lavora sui ponteggi, fa il muratore, poi diventa aiuto cuoco. Qualsiasi lavoro va bene. Ma quando viene assunto come stalliere, chi gli offre quell’opportunità si rende conto che sa trattare e domare i cavalli da corsa come nessuno e gli offre un posto da allenatore all’Ippodromo di San Siro a Milano. Non passa molto tempo e Said diventa fantino professionista e addestratore di cani difficili. Oggi è il pet detective più gettonato d’Italia. Quando un gatto o un cane spariscono nel nulla chiamano lui.

Quanti animali ha recuperato finora?
Oltre un migliaio in tre anni. In gran parte cani e gatti, ma anche pappagalli, tapiri, cavalli, galline, volpi, oche, serpenti, conigli. La mia pagina Facebook è sommersa da richieste di aiuto da tutto il Paese. Dovrò creare un centro di formazione itinerante per insegnare ad altri il recupero degli animali smarriti. Altrimenti non ce la farò a smaltire tutte le richieste che mi arrivano.

Come ritrova gli animali smarriti?
Grazie alla tecnologia e alla psicologia: telecamere posizionate in vari luoghi e collegate al telefonino, fototrappole notturne-visore termico, drone. Il tutto unito alla conoscenza del mondo animale e delle gerarchie che regolano le relazioni fra simili. La mia più grande mascotte però è Adele, una cagnetta molecolare bloodhound che ho addestrato appositamente per il riconoscimento delle tracce animali. Mi segue sempre ed è lei la vera pet detective.

Come fa a capire se un cane di razza è stato rapito o si è allontanato?
Mi è capitato recentemente. Il conduttore di una cane di razza si era fermato sulla corsia d’emergenza di un’autostrada ed era sceso dal veicolo per telefonare. Risalito in auto il suo cane era sparito. Sul posto le tracce rilevate dalla mia cagnetta erano interrotte bruscamente. Segno che qualcuno si era fermato con intenzioni malevole.

Una professione nata per caso?
La svolta è arrivata nel ’96. Sono stato assunto come artiere di cavalli da corsa all’Ippodromo di San Siro di Milano da un allevatore di cavalli di Monza, città dove lavoravo come stalliere. Mi aveva visto vincitore della corsa degli asini alla Fiera di Rogoredo. Mi ha assunto per domare puledri difficili. Grazie a lui ho preso la patente da fantino e ho partecipato alle effettuato gare in tutta Italia. Riuscivo a tranquillizzare i cavalli più selvatici. E i cani. Così, di passaparola in passaparola, hanno cominciato a chiamarmi per trovare animali smarriti o addomesticarli.

L’addomesticamento e il salvataggio più difficili?
Barnaba, il cane bianco del sindaco di Bremi in provincia di Pavia (quando un cane è libero in un Comune diventa di proprietà del sindaco, ndr). Viveva da sei anni nei campi, abbandonato fin da piccolo. Scappato dalle recinzioni e dalla cerbottana del veterinario, la sua salute peggiorava. Sono stato ospitato in albergo e l’ho studiato per un paio di giorni. La mia cagnetta Adele se lo è fatto amico. Lo ha attirato e lo abbiamo preso e portato in clinica. Lucky invece era un cane di Crema scappato dietro a una lepre, caduto in un canale e sparito dietro cespugli e rovi. Nemmeno i vigili del fuoco erano riusciti a trovarlo. Lo abbiamo tratto in salvo, io e i volontari del mio team, in fin di vita.

Come riesce a conquistarsi la fiducia di cani e gatti?
Cerco di capire cosa provoca in loro aggressività. Ci sono cani a cui alcuni gesti ricordano il passato. Allora li aiuto a dimenticare. Un cane utilizzato in combattimenti, abbandonato ferito, aveva bisogno di fidarsi e superare quel trauma. Allora ho cercato di stabilire un rapporto con lui e ho scoperto che amava nuotare. Ho cominciato a portarlo al laghetto e lui mi ha associato al divertimento. Ora vive in un rifugio e si è integrato.

Non solo cani e gatti: galline, tapiri, pappagalli…
C’era una gallina che si credeva un piccione. Un volontario dava da mangiare ai piccioni di Sesto San Giovanni e si era accorto che alcuni di loro erano rimasti impigliati alle corde messe da chi li vuole uccidere. Li ho liberati e dopo una settimana mi sono reso conto che una gallina dimorava con loro sull’albero. Aveva trovato accoglienza nello stormo e ormai viveva come loro, volando. L’ho recuperata e portata nel pollaio di una conoscente. Ho recuperato anche il tapiro di una casa privata, che viveva in una scuderia del Basso Piemonte. Mi ha chiamato la proprietaria disperata: aveva trovato le sue impronte a due chilometri lontano da casa nel bosco.

I gatti come li recupera?
Mai portare un gatto casalingo fuori casa. Il gatto scappa e si nasconde per giorni senza mangiare. Si chiama “fattore silenzio”. Se si è fortunati si affianca a una colonia. Ma può anche morire investito.

E cosa dice dei casi di cronaca in cui i cani hanno atteggiamenti aggressivi, magari per l’arrivo di un figlio?
Bisogna capire come il cane vede il nuovo arrivato. Prepararlo all’evento. Se il proprietario cambia le sue attenzioni oppure ha paura del cane, l’animale lo avverte. Non ci sono razze pericolose. Ci sono accorgimenti e percorsi da mettere in atto. Se isoli un pittbull lui diventa pericoloso. Se lo integri nel contesto familiare con un inserimento corretto sarà il tuo migliore amico. Ogni animale ha una sensibilità da condividere. Persino un asino, se trattato come si deve, sa essere affettuoso.

Le manca il Marocco?
Mi manca tanto la mia famiglia. Ma ora sono cittadino italiano a tutti gli effetti. Lavoro qui, voto qui, sono perfettamente integrato. Dal mio Paese ho avuto tutto il bagaglio per costruirmi un lavoro che ancora non esisteva.