Giustizia & Impunità

“Mazzette sul servizio di trasporto ammalati”: due arresti a Palermo. Così l’ospedale ha pagato oltre 3 milioni di euro in più del dovuto

Ai domiciliari un ex funzionario del Policlinico Giaccone e il titolare della coop sociale che ha gestito il trasferimento pazienti fino al 2018. Tra gli addebiti irregolari anche il costo del personale pagato due volte. Secondo l'inchiesta di Finanza e Nas le tangenti venivano poi pagate con stratagemmi come bonifici a persone vicine al dirigente pubblico

Pagavano mazzette sul servizio di trasporto interno al Policlinico di Palermo. Con questa accusa un ex funzionario dell’ospedale e il titolare di una cooperativa sociale sono finiti ai domiciliari dopo un’indagine della Guardia di Finanza e del Nas dei carabinieri partita da una denuncia della stessa direzione dell’istituto. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip nei confronti di Maurizio D’Angelo, 63 anni, già segretario del dipartimento dei servizi centrali dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico “Paolo Giaccone”, e di Alessandro Caccioppo, 49 anni, di Messina, già rappresentante legale della Italy Emergenza Cooperativa Sociale. Entrambi sono indagati per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Per lo stesso reato sono indagate altre tre persone. Il giudice ha disposto anche il sequestro preventivo di 260mila euro, che secondo la ricostruzione della Finanza è il valore del profitto della corruzione.

L’inchiesta ha evidenziato gravi anomalie nel trasporto ammalati, gestito dalla Italy Emergenza dal 2012 al 2018, con una spesa preventivata di 4,5 milioni di euro. D’Angelo, da funzionario dell’azienda sanitaria, avrebbe attestato la conformità delle fatture rilasciate dalla società nonostante secondo le indagini fossero prive dei documenti e delle informazioni previste dal capitolato speciale d’appalto, con particolare riguardo all’indicazione specifica dei servizi resi e nonostante fossero stati addebitati all’ente pubblico costi del personale già compresi nelle prestazioni pagate. L’azienda avrebbe speso quindi circa 3 milioni 367mila euro in più del dovuto. In questo quadro, secondo gli approfondimenti dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, diretto dal colonnello Gianluca Angelini, sarebbe stato accertato il patto fra Caccioppo e D’Angelo, che avrebbe ricevuto 130mila euro.

Queste “ricompense” venivano pagate con stratagemmi che servivano a “schermare” il passaggio di denaro. In un caso la cooperativa avrebbe per esempio pagato 80mila euro su un conto corrente cointestato a due parenti di D’Angelo per giustificare la risoluzione bonaria di una potenziale controversia di lavoro per una prestazione irregolare svolta nei confronti della cooperativa. Il problema è che secondo i finanzieri questo rapporto di lavoro non è mai esistito.

In un’altra circostanza, una società immobiliare di fatto collegata alla Italy Emergenza ha bonificato su un conto corrente di un’anziana signora altri 50mila euro. Per giustificare il pagamento la società ha acquistato dalla donna un’immobile fatiscente, concesso in locazione alla cooperativa che, al di fuori da ogni logica commerciale, versò la somma di 50mila euro come pagamento anticipato dei canoni di locazione per un periodo di sei anni. La somma sarebbe poi entrata definitivamente nella disponibilità di D’Angelo.