Giustizia & Impunità

Truffa dei diamanti, chiesto il rinvio a giudizio per 105 persone e 4 banche. Ci sono anche Mps, Unicredit e Banco Bpm

È la richiesta avanzata dal pm di Milano Grazia Colacicco al termine dell'inchiesta sulla presunta maxi-truffa sui diamanti che avrebbe portato gli indagati a realizzare profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro. Tutto ai danni di migliaia di investitori raggirati, tra cui diversi vip come Vasco Rossi, Federica Panicucci, Simona Tagli e l’imprenditrice Diana Bracco

Processare 105 persone e 5 aziende, tra cui le banche Unicredit, Mps, Banco Bpm e Banca Aletti. È la richiesta avanzata dal pm di Milano Grazia Colacicco al termine dell’inchiesta sulla presunta maxi-truffa sui diamanti, venduti a prezzi gonfiati ai danni di centinaia di compratori. Tra le vittime anche diversi vip, come Vasco Rossi, Federica Panicucci, Simona Tagli e l’imprenditrice Diana Bracco. Sono oltre 600 le persone offese individuate dalla procura, mentre è stata stralciata la posizione di Intesa Sanpaolo e di Diamond Private Investment spa in vista del patteggiamento, già concordato con i pm. Nell’inchiesta a febbraio 2019 erano stati sequestrati oltre 700 milioni, mentre l’episodio che riguarda la rockstar è prescritto in quanto risale al 2010. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, negli anni banche e indagati hanno realizzato profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro, ai danni di migliaia di investitori raggirati.

Tra i nomi più pesanti su cui la procura ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, ci sono Intermarket Diamond Business spa, Maurizio Faroni, ex ad di Banca Aletti e poi ex dg di Banco Bpm (si è dimesso quando è emersa l’indagine) e Maurizio Sacchi, ai tempi titolare della Dpi, società allora leader nel settore attiva soprattutto nel Nord Italia. I reati contestati a vario titolo sono truffa aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio. L’indagine, avviata nel 2017, nel febbraio del 2019 aveva portato i militari del nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza a eseguire un sequestro preventivo da oltre 700 milioni. Poi a settembre 2020 la terza puntata, con l’individuazione di altri 280 raggirati e nuove contestazioni agli indagati. I clienti, stando a quanto sostengono i pm, sarebbero stati indotti a firmare contratti di acquisto di diamanti per un prezzo notevolmente superiore al reale valore (mediamente tra il 30% e il 50% ma a volte anche dell’80%, con la presunta complicità delle banche che sarebbero state ripagate dalle aziende coinvolte con regalie varie.