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Roberto Burioni contro Fuori dal Coro: “Una giornalista appostata davanti a casa mia a Pasqua con falso nome. Mia figlia era terrorizzata”

Il celebre virologo pesarese ha raccontato su Facebook quello che gli è accaduto nei giorni di Pasqua alle prese con la giornalista Angela Camuso di Mediaset

Roberto Burioni contro Fuori dal Coro. Il celebre virologo pesarese ha raccontato su Facebook quello che gli è accaduto nei giorni di Pasqua alle prese con la giornalista Angela Camuso di Mediaset. “Nella mattina del sabato di Pasqua una sconosciuta, si presenta, qualificandosi con un nome falso (Francesca Giovannini) , a Fermignano (il paese dove sono cresciuto e dove torno in vacanza) a casa di mia suocera, dove sono mia moglie e mia figlia – scrive Burioni sul suo profilo social – Dice a mia moglie di essere una mia vecchia amica e di volermi incontrare per salutarmi. Mia moglie mi chiama e io le dico di non avere nessuna amica con quel nome. La sconosciuta, insieme a un altro tipo, rimane davanti a casa di mia suocera (o negli immediati dintorni) fino alle 18”.

Burioni ricorda così che “in tempi di fanatici no-vax che tirano molotov e che non mancano ogni giorno di minacciarmi (tanto da farmi avere una sorveglianza da parte delle forze dell’ordine) ovviamente ci siamo tutti molto preoccupati che fossero dei malintenzionati, in particolare mia figlia che ha 10 anni che si è terrorizzata”. Chi fosse la tal Giovannini si scopre il giorno successivo, quando sul numero del cellulare del professore, si presenta la Camuso, dicendo che lavora per Fuori dal Coro, il programma di Mario Giordano che va in onda su Rete 4 e che aveva intenzione di intervistare Burioni. Lo scambio di messaggi su WhatsApp viene pubblicato dal virologo sulla pagina Facebook di Medical Facts. La Camuso voleva un parere sulle “cure precoci per il Covid”, ma Burioni si attiene al sostenere “le linee guida per l’assistenza domiciliare ai pazienti emesse dall’ordine dei medici”.

Camuso incalza: “Quindi tachipirina e vigile attesa”. Burioni risponde di nuovo con un link sulle linee guida generali emesse a livello internazionale e allora Camuso chiede apertamente che ne pensa dello studio dell’Istituto Mario Negri del professor Remuzzi “che conferma il risultato clinico di oltre un migliaio di medici che curano e guariscono a casa grazie a interventi farmacologici tempestivi”. Camuso aggiunge: “Lei li ha definiti praticoni, Remuzzi è un praticone?”. A quel punto Burioni conclude sostenendo che lo studio è ancora in via di pubblicazione e che quando sarà pubblico “sarà felice di leggerlo e commentarlo”.

Anche se la conclusione sul post di Medical Facts è un po’ conciliante dello scambio via Whatsapp. “Io ora mi chiedo: è questo il modo di fare giornalismo, presentandosi con un nome falso dai familiari di una persona, ovviamente per estorcergli un’intervista contro la sua volontà e facendo preoccupare i suoi cari, tra i quali una bambina di 10 anni ? Non era meglio mandarmelo prima l’SMS evitando a me e alla mia famiglia una legittima quanto inutile preoccupazione?”.