Tecnologia

Google Assistant Memory, lo smartphone ricorderà per noi

Google sta preparando una nuova funzione, Assistant Memory, che dovrebbe espandere le capacità dell'assistente di Android di "ricordare" per noi molti elementi, dai promemoria ai link, dalle foto alle note, organizzandoli anche per categorie.

Spesso ormai si dice che la tecnologia in generale e gli smartphone in particolare, stiano diventando la nostra memoria digitale, visto che affidiamo a loro quotidianamente promemoria, foto, attività da svolgere e quant’altro. Presto però questa cosa potrebbe diventare ancora più vera: nell’ultimo aggiornamento dell’app Google, infatti, sono state scoperte alcune stringhe che rimandano a una nuova funzione, chiamata Assistant Memory.

Una delle stringhe descrive questa “memoria assistente” come “un modo semplice per salvare e trovare le tue cose”. Essenzialmente dovrebbe consentire di chiedere all’Assistente Google di ricordare o salvare qualcosa di importante per l’utente, ma la nuova funzionalità avrà un ambito molto più ampio rispetto alle attuali funzioni di annotazione e promemoria offerte attualmente dall’Assistente.

Gli utenti infatti saranno in grado di salvare note, promemoria, foto, screenshot, link e altro ancora e di organizzarli ordinatamente con etichette diverse. Le cose salvate saranno aggiunte a un elenco di memoria che mostrerà tutto in un unico posto per un accesso più facile. La funzione ti consentirà di cestinare i ricordi una volta che hanno raggiunto il loro scopo e ti darà anche la possibilità di ripristinarli dalla cartella del cestino.

Quando salvi qualcosa, come una foto di un nuovo posto che stai visitando, avrai la possibilità di archiviare la tua posizione insieme ad essa in modo da poterla trovare facilmente su Google Maps. Per un accesso più rapido, gli utenti avranno anche la possibilità di aggiungere un collegamento alla memoria assistente nella schermata iniziale. Assistant Memory è contrassegnato come una “funzione dogfood”, il che significa che è attualmente in fase di test internamente e richiede l’accesso a un account Google nella whitelist.