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Morto Mario Sarzanini, il giornalista storico capo della giudiziaria dell’Ansa sempre in prima linea: dal rapimento Moro a Tangentopoli

Scandali, omicidi, storie di mafia e di corruzione: si è occupato dei più importanti processi e delle indagini che hanno caratterizzato le vicende giudiziarie degli ultimi decenni

Mario Sarzanini, decano della giudiziaria della Capitale, è morto a Roma. Era ricoverato da alcune settimane in una clinica. Avrebbe compiuto 87 anni anni ad aprile. Per oltre 40 anni Mario Sarzanini ha lavorato all’Ansa, come capo della giudiziaria, ma non ha smesso di essere presente nella sala stampa della cittadella giudiziaria nemmeno dopo il suo pensionamento, continuando a collaborare con le principali testate giornalistiche nazionali.

Sarzanini cominciò a lavorare all’Ansa alla redazione di Milano per poi trasferirsi a Roma a metà anni ’60. Scandali, omicidi, storie di mafia e di corruzione: si è occupato dei più importanti processi e delle indagini che hanno caratterizzato le vicende giudiziarie degli ultimi decenni. Il sequestro Moro, i cosiddetti ‘anni di piombo’, la strage di Ustica, l’attentato a Giovanni Paolo II fino agli scandali di Tangentopoli, Sarzanini è sempre stato in prima linea con il suo stile asciutto, preciso mai retorico.

Professionista d’altri tempi è stato testimone di vicende giudiziarie come quella per la strage di Piazza Fontana che seguì anche da inviato a Catanzaro, alla fine degli anni Settanta. Punto di riferimento per più di una generazione di cronisti che frequentavano la sala stampa e il palazzo di giustizia di piazzale Clodio, Mario se n’è andato giovedì sera circondato dall’amore della moglie Luciana e dei figli Fiorenza, Roberta ed Enrico.