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Celentano difende Fabrizio Corona: “Un dolore che usciva dallo schermo. A te, punizione spropositata”

"Tu hai fatto tante STRONZATE nella vita… la più grossa e direi la più PERICOLOSA, è quella di aver indotto i GIUDICI a darti una punizione SPROPOSITATA - scrive il Molleggiato - Con la scusa di sommare le tue colossali CAZZATE, cioè ogni cazzata una punizione, ti hanno dato 14 anni di prigione. E qui, secondo me, sta la grande INGIUSTIZIA della giustizia italiana. Si danno 14 anni ad uno come te, che ha fatto sì, cose punibili dalla legge, ma non a tal punto da equiparare i tuoi madornali errori di vita a chi uccide una persona"

Celentano scrive una lettera a Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi si trova nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano in attesa di tornare in carcere dopo la revoca dei domiciliari. E Adriano, attraverso la sua pagina Instagram, ne prende le difese: “Caro Fabrizio, anch’io, come chiunque abbia potuto vedere la scena straziante trasmessa da Giletti, sono rimasto profondamente colpito nel vedere il dolore e la disperazione di una madre che, aggrappata alla tua giacca, piangeva e ti supplicava di stare calmo. Un dolore così grande che pareva uscire dallo schermo, quasi come a sciogliere una LACRIMA di chissà quanta gente ti stava guardando”. Un attacco emozionale, anche perché, ammette subito dopo, una lacrima stava scendendo anche a lui: “E mentre anch’io, a fatica, cercavo di fermare la mia, di lacrima, tutto ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, il mio pensiero si è fermato su di te. Sulla tua persona… tu hai fatto tante STRONZATE nella vita… la più grossa e direi la più PERICOLOSA, è quella di aver indotto i GIUDICI a darti una punizione SPROPOSITATA. Con la scusa di sommare le tue colossali CAZZATE, cioè ogni cazzata una punizione, ti hanno dato 14 anni di prigione. E qui, secondo me, sta la grande INGIUSTIZIA della giustizia italiana. Si danno 14 anni ad uno come te, che ha fatto sì, cose punibili dalla legge, ma non a tal punto da equiparare i tuoi madornali errori di vita a chi uccide una persona”. Una lettere lunga e senza tentennamenti, scritta da chi ha una posizione precisa e vuole renderla nota: “Non si contano i casi di individui che hanno assassinato una o più persone e, solo dopo 5 o 6 anni di buona condotta, escono di prigione. Forse è ora che la politica, anziché intraprendere affari con quei paesi che fanno sparire le persone tagliandole a pezzi, dica qualcosa sull’”arrangiamento – giustizia”. Caro Fabrizio! Il dolore di tua madre è grande, come grande sarà quello di tuo figlio. Un bellissimo ragazzo che si trova “nel bel mezzo” di una grande decisione…che dovrà necessariamente partire da te. Solo tu puoi aggiustare il sentiero, non solo della tua vita, ma quella di tutte quelle persone che aspettano un tuo segnale, comprese le migliaia di persone che ti seguono su Internet. Io ho un’idea!!!».