Diritti

“Temo di non finire gli studi”, “vorrei una casa”: paure e desideri dei rifugiati siriani a dieci anni dall’inizio della guerra. Il video dell’Unhcr

La guerra in Siria oggi compie 10 anni. Un conflitto terribile che ha provocato centinaia di migliaia di vittime, 5,5 milioni di siriani rifugiati all’estero e 6,7 milioni di sfollati interni. Dall’inizio del conflitto circa la metà della popolazione complessiva ha abbandonato la propria casa. La crisi umanitaria non vede tregua, e la situazione è stata aggravata dalla pandemia di Sars-Cov-2 che sta mettendo in ginocchio uno scenario già colpito pesantemente da una violenza senza fine, vittime soprattutto donne e bambini. In questo contesto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha lanciato la campagna di raccolta fondi per i 10 anni di emergenza in Siria con il video appello “Fears and Dreams” (“Paure e Sogni”), nel quale sono stati intervistati alcuni rifugiati siriani.

La comunità internazionale ha deluso i siriani – denuncia Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati – Come UNHCR alla guida della risposta a una delle più grandi crisi di rifugiati dei nostri tempi, ho il cuore pesante nei giorni di questa tragica ricorrenza. Essa costituisce per i leader mondiali un monito severo e un forte richiamo del fatto che questo decennio di morti, distruzioni e migrazioni forzate si è compiuto sotto i loro occhi”. Secondo l’UNHCR il 70% di loro vive in condizioni di totale povertà, 1,6 milioni sono bambini minori di 10 anni, un’intera generazione segnata che, oltre a soffrire la fame e il freddo, si vede spesso negato anche il diritto all’istruzione.

Il calo degli aiuti umanitari, unito alla recessione economica provocata dalla pandemia di Covid-19 hanno spinto i rifugiati siriani a livelli di disperazione senza precedenti Nel 2020, l’organizzazione ha sostenuto quasi 800mila rifugiati in più attraverso l’assistenza economica diretta, per far fronte ai loro bisogni essenziali, “ma – aggiungono – serve un’azione urgente e decisiva, perché nel 2020 solo il 53% dei bisogni è stato soddisfatto”. “La gravità di questa crisi non deve indebolire la nostra solidarietà verso i siriani. Al contrario, dobbiamo raddoppiare gli sforzi collettivi per sostenere sia i rifugiati che le comunità che li ospitano” conclude Grandi.