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Record di morti in Brasile: 2.286 in 24 ore, più di 270mila in tutto. Terapie intensive al collasso in diversi Stati

In tre Stati del sud del Paese, Río Grande del Sur, Santa Catarina e Paraná, sono occupati oltre il 90% dei posti di rianimazione. Mentre, riporta il sito G1 citando i dati della Fondazione, in 25 capoluoghi del Paese sono occupati l’80% dei letti. Così, a Rio de Janeiro, Brasilia e nello Stato di San Paolo, il più colpito dalla pandemia, sindaci e governatori impongono restrizioni più severe

Il Brasile è di nuovo in piena emergenza da Covid, con le vittime che si contano a migliaia ogni giorno e il numero dei contagi giornalieri che rimane tra i più alti al mondo. E oggi il Paese ha fatto registrare un nuovo triste record di morti dall’inizio della pandemia: sono 2.286 solo nell’ultima giornata, mentre il dato più alto registrato fino ad ora era stato di 1.945. Il totale, secondo quanto riportato dal ministero della Salute di Brasilia, ha ormai superato le 270mila vittime. A questi si aggiungono gli oltre 79mila contagi di oggi.

Nel frattempo il presidente Jair Bolsonaro, che ha a lungo minimizzato i rischi del virus parlando di “influenzina” e “chiacchiere”, ha indossato una mascherina in un evento al palazzo presidenziale: è stata la prima volta da mesi. Ha anche approvato un disegno di legge che semplifica l’acquisto dei vaccini contro il Covid-19, visto che finora meno del 5% dei brasiliani è stato vaccinato.

Un cambio di strategia minimo ma che può essere legato alla situazione delle strutture ospedaliere nel Paese, in gravissima difficoltà. Con la pandemia arrivata al suo peggior picco, sono almeno venti i reparti di terapia intensiva che sono al collasso, secondo quando riporta la Fundacion Oswaldo Cruz. In tre Stati del sud del Paese, Río Grande del Sur, Santa Catarina e Paraná, sono occupati oltre il 90% dei posti di terapia intensiva. Mentre, riporta il sito G1 citando i dati della Fondazione, in 25 capoluoghi del Paese sono occupati l’80% dei posti delle terapie intensive.

Critica la situazione anche nel Comune di Rio de Janeiro che ha deciso di estendere le restrizioni per cercare di diminuire i contagi, mentre nella capitale federale, Brasilia, le autorità stanno pensando di affittare gli hotel per accogliere i pazienti. A Rio, una delle città più colpite dall’emergenza sanitaria, dopo San Paolo, il sindaco Eduardo Paes ha prorogato fino al 22 marzo alcuni dei provvedimenti entrati in vigore venerdì scorso. “Non aspetteremo che i pronto soccorso si riempiano di pazienti, i numeri indicano una situazione difficile”, ha dichiarato. Così, con un nuovo decreto, è stata vietata la circolazione in strada tra le 23 e le 5, oltre allo svolgimento di feste e spettacoli, mentre è stato però esteso fino alle 21 l’orario di apertura di centri commerciali e ristoranti e permesso ai venditori ambulanti di tornare a circolare sulle spiagge. Il governatore del Distretto Federale, Ibanes Rocha, ha invece detto che sta “valutando” di installare unità di terapia intensiva negli alberghi di Brasilia, al momento vuoti per Covid.

Critica la situazione anche nello Stato di San Paolo, il più colpito in Brasile dalla pandemia di coronavirus, che si appresta a rafforzare ulteriormente le misure di prevenzione attraverso la chiusura di scuole e chiese, nonché il divieto delle partite del campionato di calcio locale e la riduzione dell’orario di apertura dei supermercati. Il governatore Joao Doria ha convocato per oggi una conferenza stampa dove annuncerà restrizioni più severe. “Dobbiamo adottare misure più rigide, è l’unico modo per contenere le morti”, ha detto in un video sottolineando di vedersi “costretto” a prendere “decisioni impopolari”. Da giorni, San Paolo sta facendo i conti con la drastica carenza di posti negli ospedali pubblici, una situazione che – secondo i media – ha causato la morte di decine di pazienti affetti da Covid e in attesa di essere trasferiti in terapia intensiva.