Cronaca

Vaccino anti-Covid, la Liguria va a rilento e adesso Toti chiede aiuto alla sanità privata

Il presidente della Regione ha annunciato che sarà pubblicata “una manifestazione d'interesse per coinvolgere soggetti della sanità privata nella campagna di vaccinazione”. L’obiettivo è schiodarsi da quelle 16mila iniezioni medie a settimana – dato tra i più bassi rispetto alla popolazione – che relegano la Liguria al penultimo posto per percentuale di dosi somministrate

In fondo alla classifica, tra le Regioni meno virtuose, ferma al palo su soggetti fragili e personale scolastico, in ritardo nell’immunizzare gli over 80. Alla prova del vaccino la sanità ligure ha mostrato tutte le proprie falle, spingendo il presidente Giovanni Toti a chiedere aiuto ai privati per sbloccare l’impasse: nei prossimi giorni – ha annunciato durante il quotidiano punto stampa dell’8 marzo – sarà pubblicata “una manifestazione d’interesse per coinvolgere soggetti della sanità privata nella campagna di vaccinazione”. L’obiettivo è schiodarsi da quelle 16mila iniezioni medie a settimana – dato tra i più bassi rispetto alla popolazione – che relegano la Liguria al penultimo posto per percentuale di dosi somministrate: al 9 marzo sono appena il 65,6% di quelle a disposizione (peggio fa solo la Sardegna con il 60,6). Questo, però, se si verificano i dati sul portale governativo “Report vaccini”: perché da quelli pubblicati sul sito della Regione “spariscono” 24mila dosi consegnate (202.780 al posto di 226.180) e la quota di somministrazioni schizza di conseguenza al 75%. Uno scarto ottenuto, probabilmente, considerando 5 dosi per ogni fiala di vaccino Pfizer, mentre il ministero della Salute ha da tempo autorizzato ad estrarne 6.

La Liguria, inoltre, è rimasta quasi sola a non aver ancora iniziato a vaccinare il personale scolastico. Martedì sono state aperte le prenotazioni di AstraZeneca per le categorie della cosiddetta fase 2: oltre agli insegnanti, i vigili urbani, i lavoratori degli uffici giudiziari e i soggetti fragili e ultra-fragili under 65 (diabetici, ipertesi, pazienti oncologici, cardiopatici). Una platea di quasi 450mila persone che riceveranno la dose a partire dal 15 marzo. A occuparsene saranno i medici di famiglia, coinvolti con ritardo nella campagna a causa di una circolare di Alisa (l’agenzia sanitaria regionale) che imponeva la disponibilità di un defibrillatore per ogni sito vaccinale, un requisito difficile da soddisfare per gli studi medici. Così le iniezioni si faranno in ambulatori messi a disposizione dalle Asl: il rischio però è che non bastino, soprattutto a Genova, dove le strutture individuate sono appena 4. “Facendo i conti della serva, con 4 slot al giorno, i medici avranno un turno ogni 2 settimane”, denuncia il consigliere regionale Gianni Pastorino, capogruppo della lista progressista Linea Condivisa.

Tanto più che ognuno, da disposizioni regionali, potrà vaccinare solo i propri pazienti e non quelli altrui. “Prima si era deciso, più razionalmente, che il medico di turno un certo giorno avrebbe vaccinato tutti quelli della propria Atf (aggregazione funzionale territoriale, un gruppo di medici che opera sulla stessa zona, ndr)”, spiega Pastorino. “Con le nuove linee guida, invece, tutto sarà più complicato. Non so se Toti intenda questo quando parla di accelerazione, a me sembra più il ballo del pinguino: un passo avanti e tre indietro”. Confusione se possibile aumentata dopo la circolare del ministero della Salute che ha autorizzato l’uso di AstraZeneca nei soggetti sopra i 65 anni: “Con un post su Facebook, martedì mattina, Toti ha cambiato le carte in tavola parlando di vaccinazioni non più per gli under 65 ma per gli under 80, aumentando la platea di qualche centinaio di migliaio di persone”, racconta Marco Polese, giovane medico di base di Genova. “Poi ha fatto marcia indietro, ma nel frattempo siamo stati subissati di chiamate. Non c’è nessun ordine di priorità, un 25enne asmatico è considerato uguale a un 75enne paziente oncologico. Siamo ostaggio di una bulimia comunicativa che lascia noi medici col cerino in mano”, il suo sfogo.

Procede a rilento anche la vaccinazione degli over 80, con un migliaio di persone che hanno ottenuto appuntamenti a giugno inoltrato, ben oltre il termine del 31 maggio. Ad aver ricevuto la prima dose sono meno di 40mila persone, nemmeno un quarto delle 160mila totali (la Liguria è la regione con l’età media più anziana d’Europa) e quasi nessuno ha ancora ottenuto la seconda. Sotto accusa gli eccessivi accantonamenti di dosi nella prima fase, rivendicati da Toti come esercizio di prudenza: le nuove consegne hanno creato un collo di bottiglia, con il personale che fatica a smaltire gli arretrati. Le opposizioni unite hanno ottenuto la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio regionale sul caos vaccini, spingendosi a chiedere il commissariamento della sanità. “Mi limito a dire che abbiamo l’1% degli insegnanti vaccinati, contro il 70% della Toscana”, attacca l’ex candidato governatore Ferruccio Sansa. “Si è rinunciato a rinforzare l’organico della sanità, facendo concorsi tardivi e offrendo condizioni contrattuali non all’altezza. Così gli operatori sanitari hanno scelto di andare in altre Regioni. È un disastro di cui chiediamo a Toti di rendere conto”.