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“Chiara Ferragni ha copiato i Moon Boot: dovrà risarcire il gruppo Tecnica”: la sentenza del Tribunale di Milano

La battaglia legale è iniziata con l'arrivo sul mercato degli "snow boots" della Ferragni, prodotti da tre aziende (Mofra Shoes di Barletta, la Diana Srl e la Serendipity Srl) che commercializzano capi con il marchio della influencer: somiglianza evidente e da qui la scelta di adire le vie legali

I Moon Boot, i famosi doposci ispirati alle calzature indossate da Neil Armstrong sulla Luna, sono un’opera di design industriale e sono protetti dalle norme che regolano il diritto d’autore. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano stabilendo una storica vittoria giudiziaria, a 52 anni dalla loro nascita, contro la griffe di Chiara Ferragni. Tutte le copie dovranno essere ritirate dal mercato e dovrà esserci un risarcimento per il gruppo Tecnica di Giavera del Mondello, azienda che li ha creati, prodotti e venduti.

Una cifra che sarà quantificata in un accordo in forma privata. La battaglia legale è iniziata con l’arrivo sul mercato degli “snow boots” della Ferragni, prodotti da tre aziende (Mofra Shoes di Barletta, la Diana Srl e la Serendipity Srl) che commercializzano capi con il marchio della influencer: somiglianza evidente e da qui la scelta di adire le vie legali. “A dire il vero circa tre anni fa era stato siglato un patto transattivo, grazie al quale le società che fanno riferimento alla galassia Ferragni si impegnarono a non copiare più. Ma il patto è stato disatteso e l’azienda trevigiana ha intentato una nuova causa. Serendipity ha provato a difendersi rivendicando l’originalità dei propri prodotti ma i giudici sono stati chiari: non basta aggiungere il famoso logo dell’occhio con le ciglia o qualche brillantino per rivendicare una ‘pretesa autonomia creativa che si ridurrebbe di fatto all’estrosità conferita ai modelli dall’uso del glitter‘. E così è arrivata la sentenza 491 del 25 gennaio scorso”, fa sapere La Tribuna di Treviso.

“Ora abbiamo un’arma forte per difenderci contro i tanti falsi in circolazione. La prima sentenza era del 2016, ma questo passo è importante perché dopo due sentenze è improbabile che qualche giudice decida diversamente. E noi certo non intendiamo smettere di perseguire i concorrenti sleali. Forti della posizione acquisita in Italia, stiamo lavorando per controbattere i falsi venduti anche in altri Paesi, a cominciare da Francia e Germania”, ha commentato Alberto Zanatta, presidente di Tecnica Group e figlio di Giancarlo, inventore dei doposci.