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Franco Marini, morto per Covid l’ex presidente del Senato. Ex sindacalista e ministro, fu candidato al Colle. Gentiloni: “La politica come passione e organizzazione, il mondo del lavoro sua bussola”

Fu leader della Cisl, responsabile della Margherita e tra i fondatori del Pd. Arrivò a un passo dal Quirinale: fu indicato da Bersani con il sostegno di Pd w PdL. Alla prima votazione non riuscì a raggiungere la maggioranza dei due terzi. Matteo Renzi si era opposto alla candidatura. A dare l'annuncio della sua scomparsa è stato il commissario europeo all’Economia: "Ha accompagnato i cattolici democratici nel nuovo secolo". Tantissimi i messaggi di cordoglio bipartisan da parte della politica, dal Pd a Forza Italia

È morto l’ex presidente del Senato Franco Marini. Ex segretario del Ppi e della Cisl, nel 2013 candidato del centrosinistra alla Presidenza della Repubblica – con il sostegno del Pdl – nel 2013, aveva 87 anni. Si è spento stanotte a Villa Mafalda dove era ricoverato da qualche giorno a causa del Covid: ai primi di gennaio era risultato positivo al virus con sintomi ed era stato ricoverato una prima volta all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti.

Classe 1933, abruzzese di San Pio delle Camere, lo avevano soprannominato “lupo marsicano”. Entrò nella Democrazia Cristiana nel 1950 e nel 1985 assunse la guida della Cisl. Nel 1991 fu ministro del Lavoro e della Previdenza sociale del VII governo Andreotti. Dopo la bufera di Mani Pulite, quando la Democrazia Cristiana si divise e venne quasi spazzata via, nel 1994 credette nel progetto del rinato Partito Popolare, del quale fu il secondo segretario dopo Gerardo Bianco, e che guidò con fermezza negli anni dell’Ulivo di Romano Prodi, per garantire alla sua formazione un’identità propria all’interno della coalizione. Nel 1999, eletto al Parlamento europeo, lasciò la segreteria a Pierluigi Castagnetti. Poi per le elezioni politiche del 2001 nacque il progetto della Margherita, di cui divenne responsabile. Divenuto senatore nel 2006, fu eletto presidente a Palazzo Madama battendo il candidato espresso dal centrodestra, il senatore a vita Andreotti. Nel 2008, con la caduta del governo Prodi, ebbe l’incarico da Napolitano di provare a formare un esecutivo, ma non ci furono le condizioni e rimise il mandato nelle mani del capo dello Stato.

Nel 2013 arrivò a un passo dal Quirinale: fu candidato da Bersani con il sostegno di Pd, PdL, Scelta Civica, UdC, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Centro Democratico, tra gli altri. Alla prima votazione non riuscì a raggiungere la maggioranza dei due terzi ma è ancora oggi il candidato non eletto col massimo numero di voti in un singolo scrutinio. L’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi pochi giorni prima del voto aveva criticato pubblicamente le candidature di Anna Finocchiaro e Marini come possibili successori di Giorgio Napolitano. “Votare Franco Marini oggi significa fare un dispetto al Paese, non a Matteo Renzi“, aveva detto, definendolo “il candidato del secolo scorso” e ricordando che era stato “bocciato un mese fa alle elezioni”. Poi la stilettata in cui tirava in ballo il garante M5s: “La verità è che Berlusconi e Bersani si sono messi d’accordo” – come ha scritto Beppe Grillo oggi sul blog – e “chi ha scelto è stato il Pdl”.

A dare l’annuncio della scomparsa di Marini è stato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni su Twitter: “La politica come passione e organizzazione, il mondo del lavoro la sua bussola, il calore nei rapporti umani. Ci mancherà Franco Marini – ha scritto -. Ha accompagnato i cattolici democratici nel nuovo secolo“. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli lo ricorda scrivendo: “Confronto e dialogo. Guardare al minimo comun denominatore piuttosto che al massimo comun divisore. Grazie Franco Marini per quella grande lezione di saggezza, di apertura, di moderazione, di lucidità di visione che è stata la tua vita. La terra ti sia lieve”.

Tantissimi i messaggi di cordoglio bipartisan da parte della politica, dal Pd a Forza Italia. “Ci ha lasciato uno dei grandi protagonisti del sindacato e della politica degli ultimi 40 anni. Uno degli artefici della nascita dell’Ulivo e del centrosinistra, quando con coraggio impedì che il PPI scivolasse a destra. Io perdo un Maestro, un Padre, un Amico”, ha fatto sapere in una nota il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.

“Il mio cordoglio per la scomparsa di Franco Marini, un uomo delle istituzioni”, ha twittato il presidente della Camera, Roberto Fico. “Grande protagonista nella politica e nel sindacato. Ai suoi cari va la vicinanza mia e di Montecitorio”. La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, lo definisce “uomo di indiscussa integrità morale”. “Una lunga ed onorata carriera. È stato sindacalista, ministro del lavoro, presidente del Senato. Uomo di forte tempra e di antiche e solide convinzioni. Ci mancheranno tante cose di te. Ciao Presidente Franco Marini”, è il tweet del capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci. “Una preghiera accompagni Franco Marini. Ricordo il suo impegno da parlamentare europeo nella comune casa del Ppe e le lunghe chiacchierate sulla politica italiana. Non la pensavamo sempre alla stessa maniera, ma era una gran persona”, ha scritto il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. “Ciao Franco”, ha scritto su Twitter il leader di Iv Matteo Renzi, condividendo il messaggio di cordoglio di Pierluigi Castagnetti.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, lo saluta come “un grande sindacalista, politico e uomo delle istituzioni. Un uomo, che anche negli anni più difficili della nostra Repubblica, con il suo impegno, la sua saggezza e il suo pragmatismo, è stato per tutti un esempio e un punto di riferimento. Protagonista di una fase storica caratterizzata da grandi cambiamenti e da grandi conquiste sociali, frutto delle battaglie unitarie del sindacato, ha sempre combattuto per rafforzare la democrazia e i diritti dei lavoratori e dei più deboli”.