Politica

L’ennesimo ritorno di Berlusconi, così l’ex Cavaliere si gode la vittoria: “Ci davano per morti invece è ora la Lega a venirci dietro”

Il leader di Forza Italia accolto dagli applausi dei deputati: non veniva a Roma dal 5 febbraio 2020. E sul sostegno al governo che lui definisce di "unità nazionale" guidato da Draghi rivendica: “Per la prima volta da molto tempo abbiamo dato la linea"

Quando arriva a Montecitorio scatta addirittura l’applauso. Dei forzisti, naturalmente, che non lo vedevano da un anno. Silvio Berlusconi non veniva a Roma dal 5 febbraio 2020, quando ci fu l’ultimo ufficio di presidenza di Forza Italia in presenza. Poi non si è più visto, causa pandemia. Sarebbe dovuto arrivare già alla prima tornata di consultazioni, venerdì scorso, ma poi ha dato buca su pressione di Alberto Zangrillo. “Deve stare ancora a riposo”, l’ordine perentorio del medico, dopo lo scompenso cardiaco che l’ha colpito il 14 gennaio scorso, obbligandolo a un ricovero improvviso all’ospedale del Principato di Monaco. Assenza colmata, venerdì scorso, da una telefonata a Mario Draghi.

Ieri, però, a sorpresa, ce l’ha fatta, con tanto di foto pubblicata su Instagram sulla scaletta dell’aereo privato. Poi di corsa a pranzo nella sua nuova magione, la villa sull’Appia antica da lui acquistata nel 2001 per 3 milioni e 375 mila euro e poi concessa in comodato d’uso a Franco Zeffirelli. Quando il regista è deceduto, nel giugno 2019, Berlusconi ha pensato di eleggerla a sua nuova residenza romana, dicendo addio a Palazzo Grazioli. Una scelta fatta anche per stare lontano dai peones e dai questuanti che lo assillavano a tutte le ore del giorno e della notte. “È bello vedervi. Mi siete mancati. Ora spero di farmi vedere più spesso…”, ha detto ieri allo stato maggiore forzista accorso a pranzo in villa: Antonio Tajani, Mariastella Gelmini, Annamaria Bernini, Licia Ronzulli, Valentino Valentini, Sestino Giacomoni, Renato Schifani, Andrea Orsini, tra gli altri.

Poi via a Montecitorio, per l’incontro con Draghi. Applausi e commessi sull’attenti. Un saluto e un sorriso ad Augusto Minzolini, il suo cronista preferito. Poi dentro. Qualcuno è riuscito pure a girare un video, con Draghi e Berlusconi che si salutano col gomito. “Ciao, ciao… Guarda come ci si deve salutare… Grazie di essere venuto…”, le parole dell’ex presidente della Bce. “Eh… era il minimo…”, si schermisce l’ex premier. Ridono entrambi, come due vecchi amici. E’ stato Berlusconi a volere Draghi a capo di Bankitalia, nel dicembre 2005, dopo l’uscita di Antonio Fazio. E sempre lui l’ha sponsorizzato per la presidenza della Bce, cinque anni dopo.

L’ex Cavaliere si gode la sua vittoria. È stato lui, infatti, uno dei primi a proporre un esecutivo di unità nazionale, quando ancora il nome di Draghi era di là da venire e si cercava ancora di salvare il governo Conte. Quando poi la storia della crisi ha virato verso l’esecutivo di emergenza, Fi si è fatta trovare al suo posto. “Per la prima volta da molto tempo abbiamo dato la linea e questa volta è stata la Lega a venirci dietro. Salvini sta maturando…”, ha ripetuto l’ex premier ai suoi. Una bella soddisfazione, soprattutto pensando ai tempi in cui fu il leghista a mollare gli azzurri per andare al governo coi 5 Stelle, nel 2018. “Ci davano per morti e invece siamo ancora qui…”, ha ribadito.

Con Draghi l’ex premier si è trattenuto per una cinquantina di minuti, sforando sui tempi della scaletta. “Questo governo è la risposta a una grave emergenza. Ho confermato il sostegno di Fi con la sollecitazione di fare scelte di grande profilo tenendo conto delle indicazioni dei partiti ma decidendo in piena autonomia”, ha detto il leader forzista a fine incontro, leggendo un comunicato con la voce molto affaticata. “Noi faremo la nostra parte con lealtà e spirito costruttivo. La gravità della situazione impone di mettere da parte calcoli, tattiche e interessi elettorali per mettere al primo posto la salvezza del Paese”, ha aggiunto. Sottolineando inoltre che tutto ciò “non significa la nascita di una nuova maggioranza politica fra partiti che restano alternativi”.

Poi il ritorno in villa, dove ad attenderlo ci sono Marta Fascina e Dudù. Più qualche forzista al seguito. Ronzulli, Giacomoni, Ghedini e pochi altri. L’ex premier dovrebbe fermarsi a Roma per la notte per poi ripartire mercoledì mattina. Molti parlamentari lo aspettavano e avrebbero voluto vederlo, le condizioni di Zangrillo sono state tassative: ok al viaggio, ma incontri al minimo. E soprattutto niente udienze in tribunale: B. infatti sta saltando tutte le udienze del processo Ruby ter al Tribunale di Milano per legittimo impedimento o motivi di salute.