Diritti

“Gli esperimenti di Mengele come la legge sull’aborto”: la frase choc di un prete a Marsala. L’Anpi: “Paragone vergognoso”

Le atrocità compiute da Josef Mengele paragonate al diritto all’aborto. Secondo don Bruno de Cristofaro, sacerdote di origini pugliesi da tre anni in servizio a Marsala, dove guida l’Opera Santuario Nostra Signora di Fatima, tra gli esperimenti condotti dal medico nazista ad Auschwitz e la legge 194 sull’interruzione di gravidanza conquistata nel 1978 dopo anni di battaglie non c’è alcuna differenza. In occasione della Giornata della Memoria, dedicata al ricordo dell’orrore della Shoah, il giovane parroco ha pubblicato su Youtube un video di circa tre minuti (poi rimosso), in cui ammonisce sulla necessità di comprendere il passato per non ripeterne gli errori. Ci si aspetterebbe un parallelismo con i diritti umani violati nei regimi dittatoriali di oggi sparsi per il mondo, ma dopo qualche istante appare evidente che il bersaglio di don Bruno è decisamente diverso.

“Il dottor Mengele, un membro delle SS che conduce regolarmente orrendi esperimenti sugli essere umani e che era conosciuto come ‘l’angelo della morte’, un giorno con un gessetto bianco tracciò una linea su un muro, alta all’incirca un metro e cinquanta, e decretò che tutti quelli che superavano quella linea tra i bambini e i ragazzi potevano vivere, tutti gli altri dovevano andare nelle camere a gas. Che differenza c’è tra il dottor Mengele, che tracciava arbitrariamente quella linea a un metro e cinquanta e una legge che dice che tu meriti la tutela soltanto dal terzo mese di gestazione in poi?”, si chiede. “C’è la stessa arbitrarietà”. Per dare maggiore forza al proprio ragionamento, don Bruno cita addirittura il metodo scientifico galileiano, che a suo parere “dice in maniera inoppugnabile che, al momento del concepimento, l’embrione è un individuo della specie umana”.

Frasi choc che al momento non hanno suscitato alcuna presa di posizione ufficiale da parte del mondo ecclesiastico locale, benché alcuni esponenti abbiano lasciato intendere, tra le righe, che l’intervento del parroco di Birgi sia stato eccessivo e fuori luogo. La notizia però è subito circolata sulle testate locali, scatenando molte reazioni critiche sui social, ma anche tra le associazioni e i partiti. Dura l’Anpi di Trapani, che ha definito “semplicemente vergognoso l’accostamento tra l’olocausto nazista e chi sostiene la civiltà del diritto delle donne ad abortire”. Di paragone “assurdo e ingiusto” hanno parlato sia il nodo palermitano della rete “Non una di meno”, che il circolo “Enrico Berlinguer” di Rifondazione comunista.

Accanto a chi è in prima linea in difesa dei diritti civili e delle donne, però, a Marsala ci sono frange vicine ai pro-Life e ambienti chiusi sul fronte dei diritti civili. La scorsa estate, lo stesso parroco dell’Opera di Fatima era stato tra i promotori di un’iniziativa contro la legge Zan sull’omotransfobia e in quelle settimane il Consiglio comunale aveva approvato una mozione per l’istituzione del registro dei bambini mai nati. Nei mesi scorsi è stata anche messa in circolazione una foto che in maniera propagandistica cerca di affermare un ulteriore parallelismo tra chi oggi dice che l’embrione sotto i tre mesi non è una persona e chi lo diceva a proposito degli ebrei nei campi di concentramento o degli schiavi nell’Ottocento. Il post è stato duramente criticato su Facebook dalla presidente dell’assemblea provinciale del Pd, Valentina Villabuona: “Ho deciso di pubblicarla consapevole che è un immagine forte, ma bisogna denunciare cosa succede in certi ambienti e come si prova a orientare l’opinione delle persone. Si può essere certamente contrari all’aborto e si possono portare avanti campagne pro vita, ciò che non si può fare è equiparare una donna che fa una scelta così dolorosa ad un criminale. Personalmente difenderò sempre il diritto delle donne di scegliere, da donna che non ha mai pensato di utilizzare questo diritto essenziale che ci hanno lasciato altre donne con le loro lotte. Credo che la Chiesa dovrebbe intervenire, perché non è consentito a nessuno di offendere con questa violenza le donne, ma anche le vittime dell’Olocausto come sta avvenendo in questo giorni a Marsala”.