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Sondaggi, nuovo premier? Gli italiani preferiscono Conte a Draghi. Lega in crescita nei consensi, risale anche il M5s

La rilevazione condotta da Termometro Politico tra il 26 e il 28 gennaio: il 32,6% degli intervistati vorrebbe il presidente del Consiglio dimissionario ancora a Palazzo Chigi, mentre solo il 15,4% indica l'ex presidente della Bce. Intenzioni di voto: una Lista Conte però non toglierebbe consenso al centrodestra

Gli italiani preferiscono Giuseppe Conte a Mario Draghi. L’ultimo sondaggio di Termometro Politico, realizzato tra il 26 e il 28 gennaio, racconta che nei giorni delle consultazioni il consenso nei confronti del presidente del Consiglio è tornato a crescere. Tanto che il 32,6% degli intervistati lo vorrebbe ancora a Palazzo Chigi, contro appena un 15,4% di preferenze per l’ex presidente della Bce. Se le altre figure raccolgono pochissimi consensi come possibili nuovo premier, va sottolineato che un 35,2% non indica nessuno e chiede il ritorno alle urne. La rilevazione segnala anche una nuova crescita della Lega nelle intenzioni di voto, da contrapporre a un calo di Pd e FdI. Risale leggermente anche il M5s, stimato al 15,7 per cento.

Il nuovo premier: secondo il sondaggio condotto da Termometro Politico, Conte batte Draghi con una percentuale più che doppia. Le altre opzioni raccolgono pochi consensi da Carlo Cottarelli (6%) a Marta Cartabia (2,6%). Sotto l’1% i vari Di Maio, Fico, Guerini, Gualtieri, Delrio, Franceschini e Gentiloni. Negli ultimi 7 giorni Conte ha visto anche risalire il consenso nei suo confronti: dal 39,1% al 41,1%. Rimane però un 58,4% degli intervistati che dice di non avere fiducia nel premier dimissionario. Inoltre, Termometro Politico sottolinea come un’ipotetica nuova Lista Conte otterrebbe attualmente il 12,3% dei voti, ma “rubandoli” praticamente tutti a Pd e M5s, mentre i consensi nel centrodestra rimarrebbero sostanzialmente intatti.

Le intenzioni di voto registrate da Termometro Politico con l’attuale schieramento politico danno invece la Lega sempre più prima, al 24,2%. I democratici tornano sotto quota 20%, ma anche Fratelli d’Italia scivola al 16,7%, riducendo il suo vantaggio nei confronti del Movimento 5 stelle. Forza Italia resta quinto partito al 6%. Di poco sopra il 3 per cento restano tre partiti: Azione (3,5%), Italia Viva (3,3%) e La Sinistra (3,2%).