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Alberto Gerli, consulente sul Covid e campione di bridge: così applica la matematica a entrambi

Curve statistiche, pandemia e bridge portano a un solo nome: Alberto Giovanni Gerli. Io conoscevo il Gerli compagno di gioco del bridge, ma ignoravo, sicuramente insieme a molti altri, quello che stamattina ci ha svelato il Corriere della Sera. Il Gerli consulente degli scienziati che stanno studiando il Covid. Ma chi è Alberto Giovanni Gerli?

Gerli ha 40 anni ed è un ingegnere. Si è laureato all’università di Padova e si è poi specializzato in Space engineering alla Texas “A&M”. Dopo la specializzazione ha lavorato in Accenture prima e in altre poi. Ha fondato aziende di consulenza e creato start up innovative e quasi per caso, come racconta il Corriere della Sera, ha cominciato ad occuparsi per la comunità scientifica di curve e variabili della pandemia di Covid.

E’ stata la sorella, genetista della “Statale” a proporgli di cominciare a studiare i numeri e le curve delle vittime e dei contagiati. Era proprio l’inizio. C’era già stato quello che noi abbiamo chiamato il paziente Uno. E c’era stato Codogno. E Gerli che è anche un data scientist certificato del Ministero dello Sviluppo economico, ha accettato.

Gerli quindi è diventato nell’ultimo anno un punto di riferimento nella comunità scientifica per lo studio della pandemia attraverso l’applicazione di un modello matematico sempre più raffinato e affidabile, che intende applicare anche in un altro campo… quello del bridge.

Gerli, infatti, negli ultimi mesi si è candidato alle prossime elezioni di marzo a guidare la Federazione italiana gioco bridge. “Gioco a bridge da 20 anni – mi racconta – E’ uno sport meraviglioso che a molti di voi ricorderà eleganti signore davanti ad un tè. Ma il bridge è anche uno sport affiliato al Coni, con professionisti, statistica e matematica coinvolte”. E’ la quadratura del cerchio…

Alberto è in piena campagna elettorale con uno spot emblematico “IlluminiAmo il bridge”, con cui punta a rompere gli indugi di chi ha a cuore questo gioco che sta lentamente morendo. In un video che ha postato su Youtube, munito di gesso e cancellino come un professore vecchio stampo e che ricorda un po’ l’altro famoso Alberto, quello di “Non è mai troppo tardi”, disegna equazioni e curve su una lavagna e racconta delle sue sfide lavorative e delle sue start up che hanno… illuminato Roma, l’Arabia Saudita e numerose altre realtà, nazionali e internazionali.

“Nel lavoro ho capito che imparare e sognare non è mai sbagliato”. Il Covid, qualora ce ne fosse bisogno, ha accelerato il declino del bridge. Serve una terapia d’urto per rimediare. Sono convinto che la Figb abbia bisogno di una gestione imprenditoriale che guardi occhi negli occhi la realtà con proposte competitive innovative e anche digitali”.

Secondo lui la Federazione Italiana Gioco Bridge deve condividere obiettivi chiari e trasparenti per essere sempre di grande supporto alle Associazioni territoriali. Meglio sarebbe anche aprire uno sportello dedicato all’assistenza amministrativa, fiscale e al marketing. Se non c’è marketing non c’è affiliazione. Se non c’è affiliazione non ci sono iscritti. Se non ci sono iscritti le porte delle associazioni si chiudono. E per sempre. Che dire di più?

In questi giorni sta cercando disperatamente di avere un dibattito con il presidente attuale, ma senza successo. Ci ha provato in tutti i modi… con telefonate, sms, whatsapp, segnali di fumo. Ma niente. Nessuna risposta. Promette che se eletto, lui non lo farà, non si chiuderà in una torre d’avorio, ma al contrario adotterà il potere dell’ascolto. E della comunicazione. Cosa in cui questa gestione ha bellamente mancato.

Ha le idee chiare Alberto e la sua sfida è incentrata su cinque proposte innovative che dovrebbero muovere questo elefante addormentato. Ci riuscirà? Non ci riuscirà? Qualcosa ha smosso. In molti stanno apprezzando il suo “rivoluzionario” progetto definendolo “ben strutturato e innovativo”, che darà sicuramente un grande impulso organizzativo. Unica via questa per interrompere la lenta agonia di questo amatissimo gioco. D’altronde il mondo va avanti e il bridge se rimane indietro…. morirà. Garantito.

In bocca al lupo, Alberto.