Politica

Crisi di governo, che figura: le cose sarebbero andate diversamente osservando la Costituzione

Grazie alla irresponsabilità di Matteo Renzi, oggi Giuseppe Conte è salito al Colle per rimettere nelle mani del Capo dello Stato le sue dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio dei ministri.

I danni arrecati all’Italia da questa azione inconsulta, egoistica e dagli orizzonti molto limitati sono enormi sul piano sanitario, economico e finanziario. Pessima è l’impressione che abbiamo dato alla Commissione europea, la quale, dopo aver deciso di aiutare l’Italia per essere stata maggiormente colpita dal Covid-19, assegnandole 209 miliardi di euro (mentre la Germania ne ha avuti 30 e la Francia 40), ha dovuto constatare che i nostri politici, anziché dedicarsi con il massimo impegno alla costruzione di un Recovery plan, hanno risposto con una inspiegabile crisi di governo.

Ciò perché nella mente dei nostri governanti si è radicata l’idea che non conta più l’interesse nazionale, in quanto l’economia italiana è totalmente asservita alla volontà delle multinazionali.

Tutto questo in osservanza al sistema economico patologico e predatorio di carattere neoliberista, ritenuto erroneamente come un dato immodificabile, mentre tutti gli sforzi del governo dovrebbero essere rivolti a ricostituire il sistema economico fisiologico e produttivo voluto dalla Costituzione, secondo il quale il patrimonio pubblico del popolo sovrano non può essere ceduto, mediante le micidiali privatizzazioni, a inesperti faccendieri privati o a fameliche multinazionali.

In questo quadro il Recovery Plan avrebbe dovuto puntare sulla riconquista di questo patrimonio, riportando in mano pubblica, anche mediante nazionalizzazioni, i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia, le industrie strategiche e le situazioni di monopolio (art. 43 Cost.), in modo da rendere l’Italia un paese produttivo di ricchezza e non di indebitamenti senza fine.

In particolare spetterebbe allo Stato considerare i vaccini un bene comune, in modo da distribuirli a tutti, attraverso organi pubblici, che non mirino all’interesse personale come le S.p.A., ma al bene collettivo. Si eviterebbe così che la Pfizer, e cioè una multinazionale privata, possa impunemente sospendere le consegne dei vaccini per aumentare i suoi vantaggi economici.

Gli effetti negativi del citato sistema patologico e predatorio neoliberista si sono dimostrati anche nella fusione di Fca (Fiat) e di Peugeot, nella quale, secondo i canoni del neoliberismo, il maggiore potere decisionale è stato riservato ai francesi, i quali hanno partecipato alla costituenda S.p.A. Stellantis anche con azioni sottoscritte dallo Stato francese. In sostanza il consiglio direttivo, formato da 43 soggetti, sarà costituito da 25 manager francesi e da soli 18 italiani, mentre le decisioni più importanti saranno prese dall’amministratore delegato, anche lui proveniente da Peugeot, Carlos Tavares.

Ci troviamo di fronte a un vero contratto di carattere leonino. Ben diversamente sarebbero andate le cose se fosse stata osservata la nostra Costituzione repubblicana e democratica.