Scienza

Covid, al via lo studio italiano per trattare pazienti non gravi a casa con il raloxifene (usato per la prevenzione dell’osteoporosi)

L'obiettivo è valutare i risultati delle cure a casa con questo farmaco grazie a un protocollo che coinvolge i medici di medicina generale e l'utilizzo della telemedicina

Mentre la campagna vaccinale prosegue, se pur rallentata dai ritardi di Pfizer, e in attesa di aver un ventaglio di terapie efficaci contro Covid, è partita una sperimentazione per valutare i risultati del trattamento domiciliare dei pazienti Covid con il farmaco raloxifene, grazie a un protocollo che coinvolge i medici di medicina generale e l’utilizzo della telemedicina. È l’obiettivo del progetto ‘Exscalate4CoV – sostenuto dalla Commissione Europea nel bando Horizon 2020 – di cui è capofila e investigatore principale Dompé farmaceutici e che coinvolge altri tre investigatori: l’Istituto Humanitas (di Milano e Bergamo) e Monaldi (Napoli).

Il raloxifene è una molecola registrata e già utilizzata in farmaci in commercio, su prescrizione, per il trattamento e la prevenzione dell’osteoporosi nelle donne dopo la menopausa. Il file del brevetto dell’utilizzo del raloxifene per il trattamento di persone affette da virus Sars Cov 2 è stato depositato in data 6 maggio 2020 da Dompé farmaceutici, Fraunhofer Institute e Università di Lovanio al fine di promuovere l’accesso universale alle cure che ne potranno derivare, così come definito dalle linee guida del consorzio stesso. Nello specifico il medico di Medicina Generale potrà inserire, se lo ritiene idoneo, un paziente positivo paucisintomatico (sintomi non gravi) al Covid in questo protocollo che prevede un trattamento farmacologico a base di raloxifene e la dotazione di un kit di monitoraggio, che verrà consegnato a domicilio al paziente, e che informerà lo staff medico circa l’evoluzione dell’infezione in tempo reale. Lo studio è adattativo e potrà coinvolgere fino a 450 pazienti.

Il protocollo prevede visite a domicilio settimanali da parte dello staff sanitario che effettuerà tampone e prelievo del sangue; tutti i pazienti potranno comunicare con il medico dello studio attraverso un apposito tablet fornito al momento dell’arruolamento insieme al kit che è composto da tre dispositivi medici digitali: il controllo di pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, l’ossimetria transcutanea e la temperatura corporea. I principali requisiti per essere inseriti nello studio sono: età maggiore di 40 anni, sia per donne che per uomini, paucisintomatici (con almeno uno dei seguenti sintomi, da lievi a moderati: febbre, dispnea, mal di testa, tosse, congiuntivite, vomito, diarrea, dolori muscolari o corporei o altri sintomi riconducibili al quadro clinico del COVID-19, positività al tampone molecolare da massimo 10 giorni, quadro clinico paucisintomatico senza necessità di ricovero.