Giustizia & Impunità

Violentò una donna in strada a Milano, autore identificato dopo 14 anni grazie alla Banca dati del Dna

La violenza avvenne nel 2006 ai danni di una donna che stava andando al lavoro la mattina presto. I carabinieri hanno eseguito nei confronti dell’uomo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le accuse sono di violenza sessuale e rapina aggravata

Un cold case risolto a distanza 14 anni fa. L’autore di una violenza sessuale avvenuta 14 anni fa a Milano è stato identificato grazie al Dna. Si tratta di un uomo di 49 anni, cittadino algerino, in carcere dal 2017 per altri reati. La violenza avvenne nel 2006 ai danni di una donna che stava andando al lavoro la mattina presto. La svolta nelle indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura di Milano, si è avuta grazie alla corrispondenza tra il profilo genetico trovato sul luogo del crimine e un tampone salivare eseguito all’indagato nel carcere di San Vittore. I militari hanno eseguito nei confronti dell’uomo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna. Violenza sessuale e rapina aggravata le accuse nei suoi confronti.

I fatti risalgono al 20 agosto 2006, quando alle 6 del mattino la donna si presentò alla clinica Mangiagalli raccontando di essere stata violentata da uno sconosciuto mentre andava alla fermata dell’autobus per andare al lavoro. L’uomo si era avvicinato con la scusa di chiederle l’ora e, dopo averla bloccata e tappato la bocca, l’aveva trascinata in un’area dismessa, dove l’aveva costretta a subire la violenza minacciandola con una grossa pietra. Prima di scappare le aveva anche rubato la catenina d’oro, 20 euro e il cellulare.

Nel corso dei rilievi sul luogo, la Scientifica aveva raccolto alcuni mozziconi di sigaretta su cui era stato trovato lo stesso materiale genetico di quello emerso dagli esami sulla vittima. Allora però non era stato possibile rintracciare l’autore e le indagini erano state archiviate. Il 30 novembre 2020, a distanza di 14 anni, il Ris di Parma ha comunicato che la Banca Dati Nazionale Dna aveva accertato un match tra il profilo maschile trovato all’epoca e quello estrapolato da un tampone salivare eseguito all’indagato a San Vittore. È stato così possibile riaprire le indagini, al termine delle quali i carabinieri hanno rintracciato e arrestato l’indagato.