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In Germania altri 852 morti: dalle misure tardive al caso Sassonia, le possibili ragioni. E la variante inglese era presente già a novembre

Superata la soglia delle 30mila vittime dall'inizio della pandemia: i decessi sono la conseguenza del boom di positivi registrato da inizio dicembre, prima che la Merkel decidesse per il lockdown duro. L'impennata dei casi e poi dei morti parte dal Land orientale dove è molto forte la destra dell'Afd, ma è anche dovuta al fallimento del tracciamento: ora negli ospedali ci sono più di 5mila ricoverati in terapia intensiva. La nuova scoperta: la mutazione più contagiosa del virus in un paziente contagiato già il mese scorso

Tornano a salire i morti Covid in Germania: il Robert Koch Institut ha segnalato stamani 852 decessi registrati nelle ultime 24 ore. Un altro picco, dopo che il 23 dicembre scorso era stata toccata la quota record di 962 morti. Anche la Germania ha superato la soglia dei 30mila decessi dall’inizio della pandemia (30.978) e oggi conta altri 12.892 nuovi casi confermati di Covid-19, nonostante un numero inferiore di tamponi rispetto ai giorni scorsi per via delle festività. Si è abbassato a 149,2 l’indice di incidenza dei contagi su 100 mila abitanti nei sette giorni, una settimana fa era arrivato a 197,6 casi: sono i primi effetti del lockdown duro scattato il 16 dicembre, quando Angela Merkel ha convinto i Länder e il Paese della necessità di ulteriori restrizioni, dopo che a inizio mese la curva dei contagi aveva ricominciato a correre.

I morti tedeschi di queste settimane sono la conseguenza del boom di positivi che la Germania ha registrato da dicembre in poi: il lockdown light che era stato introdotto a inizio novembre non è stato sufficiente a far abbassare la curva epidemica, mentre nel frattempo anche il tracciamento tedesco – quello che durante la prima ondata aveva permesso a Berlino di tenere il virus sotto controllo – era definitivamente saltato. La reazione del governo è arrivata solo a metà dicembre, quando ormai i numeri erano troppo alti. Ora però si aggiunge un’altra possibile spiegazione per l’impennata di casi e poi di morti nel Paese: la variante inglese del Covid, infatti, si trovava in Germania almeno da novembre. La mutazione è stata scoperta in un paziente contagiato il mese scorso: una persona molto anziana e con malattie pregresse, che non è sopravvissuta alla malattia. Il risultato delle analisi è stato confermato dal laboratorio dello Charité di Berlino.

A dare la notizia per primo è stato l’Hannoversche Allgemeine Zeitung, citando il ministero della Salute del Land della Bassa Sassonia. Il ministero hai poi confermato, spiegando che la variante è stata rilevata in campioni di due pazienti che sono stati infettati nel nord della Germania a novembre: sono l’uomo deceduto e la moglie. La figlia della coppia era stata in Inghilterra a metà novembre e probabilmente è stata infettata lì. La variante inglese è ritenuta dagli scienziati più contagiosa e quindi la sua presenza in Germania già da più di un mese potrebbe spiegare, almeno in parte, il gran numero di nuovi casi registrati dal Robert Koch Institut nelle ultime settimane.

Il caso Sassonia – Se la variante inglese è stata scoperta in Bassa Sassonia, il Land tedesco che nella seconda ondata registra il più alto di numero di positivi e di morti in rapporto alla popolazione è invece la Sassonia. Il Land registra più di 70 vittime del Covid ogni 100mila abitanti, al secondo posto c’è la Baviera che ne conta 49,2, ma è stato anche il territorio tedesco più colpito dal virus in primavera. La prima ondata era stata invece superata dalla Sassonia con un basso numero di casi e decessi, una circostanza che ha portato la popolazione a sottovalutare la pericolosità della pandemia. Un fattore psicologico che si aggiunge anche a uno politico-sociale: la Sassonia è anche il Land dove l’AfD – Alternative für Deutschland – è più forte. Il partito di destra tedesco è quello che più di tutti a minimizzato gli effetti e la pericolosità del virus. Un’altra spiegazione risiede nell’età della popolazione: specialmente nei distretti di Görlitz e Erzgebirge, dove si registrano rispettivamente 153 a 113 morti ogni 100mila abitanti, gli abitanti sono particolarmente anziani rispetto alla media nazionale. Infine, un altro fattore è stato individuato negli spostamenti transfrontalieri con la confinante Repubblica Ceca: non solo per i lavoratori pendolari, ma per tutta la popolazione, non è mai entrata in vigore nessuna restrizione alla frontiera.

Gli ospedali – Oltre il caso Sassonia, il crescente numero di decessi in Germania è in generale proporzionato all’aumento dei positivi e dei ricoveri in ospedale. Nonostante la grande disponibilità di posti letto in terapia intensiva, anche il sistema sanitario tedesco è in gran difficoltà per via della costante crescita dei casi che si è verificata durante l’autunno e che le restrizioni blande di novembre non hanno arrestato. Ancora oggi sul quotidiano Die Zeit i medici di terapia intensiva denunciano una possibile carenza di infermieri se i numeri del contagio dovessero proseguire a questo ritmo. Se il primo novembre la Germania superava i 2mila posti letto occupati per Covid nei reparti di rianimazione, oggi quel numero è arrivato a toccare quota 5.633, secondo i dati elaborati dal Berliner Morgenpost. Nel Paese ci sono ancora più di 4mila letti liberi (altri 16mila sono occupati da pazienti non Covid), ma il problema è che già 289 ospedali denunciano di essere arrivati al collasso. In Sassonia i posti liberi sono ora al 18%. Nella capitale Berlino sono appena il 12 per cento.