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Abigail Disney, l’erede di Walt è furibonda: “Licenziamo lavoratori mentre i manager sono sempre più ricchi”

Filantropa e documentarista, la 60enne non vede di buon occhio la gestione della Disney durante questo duro periodo imposto dalla pandemia: "Com’è possibile che, mentre loro si arricchiscono, i dipendenti che guadagnano non più di 15 dollari l’ora lordi non avranno più i soldi per sfamarsi?". "Loro" sono i grandi manager. E circa 100 mila dipendenti sono rimasti senza stipendio da aprile

Si chiama Abigail Disney e non è la prima volta che, pur non facendo parte del consiglio di amministrazione dell’azienda di cui possiede il 3%, circa 180 milioni (la metà donata per cause umanitarie e per la battaglia sulla parità di genere), parla ai manager e influisce sulle decisioni. Filantropa e documentarista, la 60enne non vede di buon occhio la gestione della Disney durante questo duro periodo imposto dalla pandemia: “Com’è possibile che, mentre loro si arricchiscono, i dipendenti che guadagnano non più di 15 dollari l’ora lordi non avranno più i soldi per sfamarsi?”. “Loro” sono i grandi manager. E circa 100 mila dipendenti sono rimasti senza stipendio da aprile: ora la decisione è di licenziare più di 30 mila lavoratori, per via della chiusura dei parchi a tema. Abigail ha parlato su Twitter e poi è stata intervistata da una radio della California: “Dovete mettere la gente che lavora prima del profitto, oppure la magia prima o poi finirà. La Disney con queste decisioni perderà il suo vecchio fascino. Non sono scelte vincenti quelle che si stanno facendo. Com’è possibile che gli stipendi dei quadri alti sono tornati a salire ai livelli prima del Covid, mentre quelli dei dipendenti di livello più basso sono scomparsi e verranno mandati a casa in massa? Com’è possibile che il consiglio di amministrazione pensi solo al profitto e non alle persone che sono dietro la grande famiglia Disney che ha ramificazioni in tutto il mondo?”. E a questo si aggiunge un tweet: “Ebenezer Scrooge è il modello di riferimento dei nuovi ceo, che passano il tempo a contare e ricontare i propri quattrini, preoccupandosi solo di come fare a moltiplicarli. E intanto i lavoratori chiedono inutilmente case, cibo e assistenza sanitaria. Due mondi lontanissimi, come osano?”.