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È morto Dino Molho: da ragazzo sfuggì ai nazisti nascondendosi in una stanza segreta. “Indimenticabile testimone della Shoah”

Aveva 91 anni. La sezione di Magenta dell’Anpi ha annunciato sulla propria pagina Facebook la scomparsa di Molho. Nel 1998 fece nominare gli operai che lo avevano salvato 'Giusti tra le Nazioni' al Museo dello Yad Vashem a Gerusalemme

Vittima delle persecuzioni razziali fasciste, scampato alla deportazione e alla Shoah dopo essersi nascosto con la sua famiglia in una stanza segreta dell’azienda di famiglia. Dino Molho, 91 anni, è morto oggi nella sua casa di Magenta (Milano). “Indimenticabile testimone della Shoah”, lo ricorda la sezione di Magenta dell’Anpi che ha reso nota sulla propria pagina Facebook la scomparsa di Molho.

Tra il febbraio 1944 ed il 28 aprile del 1945 trovò rifugio insieme alla sua famiglia in un nascondiglio nel magazzino della ditta di famiglia a Magenta. Un’esperienza molto simile alla vicenda di Anna Frank: Molho trascorse oltre un anno nascosto in un alloggio segreto ricavato all’interno della fabbrica di minuterie metalliche di proprietà della famiglia. La sua vicenda è stata raccontata nel libro “La casa segreta. La paura e il coraggio, la speranza di tornare a vivere” di Erminia Dell’Oro (Bruno Mondadori Editore, 2000).

“Va a lui – scrive l’Anpi – la nostra gratitudine per l’impegno nella diffusione della Memoria, in particolare, per la preziosa opera educativa resa negli anni, presso le scuole di Magenta e del territorio. Ricordiamo inoltre la sua preziosa presenza e testimonianza, alle conferenze organizzate dalla nostra sezione in Casa Giacobbe, per il Giorno della Memoria, l’ultima volta nel 2019″.

Dopo l’ordine di arresto degli ebrei del 30 novembre 1943, i Molho si rifugiarono in una cascina presso contadini che conoscevano. Alla fine di gennaio del 1944 i Molho dovettero lasciare la cascina e tornarono a Magenta di notte. Il portinaio e un gruppo di dipendenti della famiglia ricavarono nel magazzino della ditta un piccolo alloggio segreto, completo di acqua, luce, stufa, radio e allarme luminoso azionabile da parte del portiere. Dino, i genitori e la sorella vi rimasero per 13 mesi. Dopo la fine della guerra, Dino Molho assunse la direzione della fabbrica paterna e nel 1998 riuscì a far nominare gli operai di Magenta che lo avevano salvato come ‘Giusti tra le Nazioni‘ nel Museo dello Yad Vashem a Gerusalemme.