Diritti

Giornata internazionale dei migranti, il Papa: “Amare il prossimo come sé stessi vuol dire garantire a tutti diritti fondamentali e dignità”

In occasione del Migrants Day il Pontefice ha scritto un messaggio di solidarietà su Twitter e ha ribadito l'importanza che "amare il prossimo" significa "impegnarsi per costruire un mondo dove tutti abbiano accesso ai beni della terra e la possibilità di realizzarsi come persone e come famiglie"

“Amare il prossimo come sé stessi vuol dire anche impegnarsi per costruire un mondo dove tutti abbiano accesso ai beni della terra e la possibilità di realizzarsi come persone e come famiglie, dove a tutti siano garantiti i diritti fondamentali e la dignità. #MigrantsDay“. E’ questo il messaggio di Papa Francesco in un Tweet nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale dei migranti.

Oltre 3.100 persone hanno perso la vita nel 2020 sulle rotte migratorie nel mondo, nonostante i limiti agli spostamenti imposti dalla pandemia del Covid-19. Fino a ieri, il progetto Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim) ha registrato quest’anno 3.174 morti sulle rotte migratorie nel mondo, in calo rispetto ai 5.327 del 2019. La diminuzione del numero di decessi che hanno potuto essere registrati sulle rotte pericolose rotte della migrazione “non è necessariamente un’indicazione che il numero di vite perse sia veramente diminuito nel 2020 poiché il Covid-19 complica anche la nostra capacità sia di raccogliere dati sulle morti durante la migrazione sia di monitorare rotte specifiche”, sottolinea l’Oim in un comunicato reso noto a Ginevra.

Finora nel 2020, almeno 1.773 migranti sono morti sulle rotte all’interno e verso l’Europa, costituendo la maggior parte delle vittime registrate nel mondo, men dell’anno scorso, ma per alcune rotte, l’Oim segnala un aumento delle vittime. Ad esempio almeno 593 migranti morti durante i viaggi verso le Isole Canarie della Spagna, contro i 210 decessi registrati nel 2019 e ai 45 del 2018. Un aumento dei decessi è registrato anche in Sud America, con almeno 104 vite perse, la maggior parte migranti venezuelani, rispetto ai meno di 40 in tutti gli anni precedenti. L’Oim evoca infine i naufragi fantasma, tragedie per le quali non ci sono prove sufficienti per corroborare elementi di informazioni. Il progetto Missing Migrants è a conoscenza di almeno 14 naufragi invisibili che avrebbero causato circa 600 vite ma che non hanno potuto essere inclusi nei dati di quest’anno. In occasione della Giornata internazionale dei migranti, l’Oim sottolinea infine i contributi significativi dei migranti anche durante questa pandemia e le numerose sfide che devono affrontare. Malgrado restrizioni di viaggio e mobilità legate al Covid-19, decine di migliaia di persone in situazioni disperate continuano a intraprendere viaggi pericolosi attraverso deserti, giungle e mari, e migliaia muoiono lungo la strada”.

Intanto Medici senza frontiere ha esortato l’Unione europea e le autorità greche a “trasferire immediatamente tutti i richiedenti asilo dai campi delle isole greche in una sistemazione sicura sulla terraferma”. L’appello, inoltre, chiede di “riconsiderare l’inaccettabile progetto della realizzazione di nuovi campi chiusi alle frontiere che non faranno altro che intrappolare le persone aggravando i loro problemi di salute mentale” e sostiene che “le autorità greche dovrebbero inoltre garantire tutele speciali alle persone con problemi di salute mentale sulle isole greche ed evacuare le più vulnerabili in una sistemazione sicura sulla terraferma o in altri stati dell’Ue”. “A quattro mesi dall’incendio che ha distrutto il campo di Moria e nonostante le vane promesse dell’Ue, più di 15mila donne, uomini e bambini sono ancora intrappolati in condizioni disumane e insicure in campi sulle isole greche”, ha scritto Msf, sottolineando che le sue squadre riscontrano livelli preoccupanti di problemi di salute mentale: il 60% dei pazienti a Samos hanno manifestato pensieri suicidi e gli psicologi di Msf a Lesbo hanno trattato 49 casi di bambini che hanno tentato il suicidio nel corso dell’anno. “Nonostante le promesse dell’Ue, gli incendi di Moria, Samos e Chios non hanno spazzato via la dannosa politica di contenimento sulle isole greche e le persone dovranno affrontare un altro inverno in condizioni disumane nel pieno di una pandemia globale”, ha detto Stephan Obberreit, capo missione di Msf. “Un nuovo ‘centro di accoglienza e identificazione’ è stato costruito a 5 km dal campo di Vathy e un altro sarà realizzato a Lesbo, un piano che non farà altro che aumentare la sofferenza di queste persone, rendendola ancora più invisibili“.