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Annalisa Malara, il personaggio dell’anno di SkyTg24: la dottoressa che il 20 febbraio diagnosticò il primo caso di Covid a Codogno

È stata scelta da una  giuria di "opinion leader" di vari settori che l’hanno individuata come simbolo di quest’anno, per rappresentare il lavoro e lo sforzo di tutti i medici. "Quel giorno è un po' come l'11 settembre, ha cambiato le nostre vite per sempre"

Il 20 febbraio 2020 è stata lei a diagnosticare il primo caso di Covid a Codogno. Era di turno quando venne ricoverato Mattia che, proprio grazie alla sua intuizione, sarebbe diventato il “paziente 1”, il primo caso accertato del virus in Italia. Dopo quel momento, l’Italia è stata travolta dai contagi, dalla pandemia, dal lockdown. Oggi Sky Tg24 l’ha eletta personaggio dell’anno: si tratta della dottoressa Antonella Malara. Il nome è stato svelato oggi in apertura dell’evento Live In Courmayeur. “È un po’ come l’11 settembre, una data che ci ha davvero cambiato la vita“, ha detto al direttore Giuseppe De Bellis. “Credo che quel giorno ognuno di noi, soprattutto i sanitari, si ricordi cosa stesse facendo in quel momento. Le ore di quel giorno sono impressi nella mia memoria e in quella dei miei colleghi in modo indelebile”.

Malara è stata scelta da una giuria di “opinion leader” di vari settori – giornalisti, sondaggisti, personalità dell’economia, della scienza e della cultura – che l’hanno individuata all’interno di una lista di nomi della società italiana. La dottoressa è stata riconosciuta come simbolo di quest’anno tormentato e intenso per il Paese, per rappresentare il lavoro e lo sforzo di tutti i medici. È con i suoi colleghi che Malara vuole condividere la nomina: “Durante questi lunghissimi mesi di pandemia gli operatori sanitari hanno dato l’anima per far fronte a questa emergenza sanitaria. È un premio che condivido con ognuno di loro”, ha detto.

Cremonese di nascita, Malara si è specializzata in Anestesia e Rianimazione all’Università di Pavia. Dopo la formazione al Policlinico San Matteo di Pavia, ha lavorato prima all’Ospedale civile di Vigevano e poi all’Ospedale Maggiore di Lodi, a cui è collegata la struttura ospedaliera di Codogno, dove si trovava quel 20 febbraio.