Politica

L’Oms sulla vicenda del piano pandemico pare interessata a proteggere equilibri politici più che l’imparzialità

Qualche sera fa, i giornalisti di Report sono tornati a far domande a Ranieri Guerra, direttore aggiunto Oms, recentemente ascoltato da magistrati di Bergamo in relazione a eventuali responsabilità nella gestione della prima ondata della pandemia.

La puntata riguardava anche un report prodotto da un team di ricercatori della divisione europea dell’Oms con sede a Venezia, che ha analizzato la risposta dell’Italia e avrebbe confermato un fatto già conosciuto da tempo: il mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale dal 2006. L’Oms chiede infatti agli stati membri di aggiornare i piani pandemici ogni tre anni.

Il costosissimo report dell’Oms a Venezia intitolato An unprecedented challenge: Italy’s first response to Covid-19 ha analizzato in modo critico la risposta italiana alla pandemia usando però un linguaggio piuttosto vago (“reconfirmed”) per spiegare che il piano pandemico non era più stato aggiornato dal 2006. Nonostante questo, il report è stato ritirato.

La puntata di Report riguardava anche una serie di e-mail riservate ricevute tramite un leak. Si tratta di comunicazioni interne dell’Oms proprio sull’insabbiamento del report. In una delle email pubblicata dai giornalisti di Report, ci sono almeno due frasi che si commentano da sole:

a) “uno degli atout di Roberto Speranza è stato sempre il poter riferirsi all’Oms come consapevole f(o)glia di fico per certe decisioni impopolari e criticate dai vari soggetti”;

b) “non ho fatto i nomi dei miei fallimentari colleghi che… hanno finito di distruggere la prevenzione”.

Perché è stato ritirato il report? Per non mettere in cattiva luce il ministro Speranza e il governo, che avevano “appena dato un contributo di 10 milioni (all’Oms)”? O perché uno dei “fallimentari colleghi” è Ranieri Guerra stesso che è stato responsabile della Prevenzione al Ministero della Sanità dal 2014 fino al 2017 ed era quindi uno dei responsabili dell’aggiornamento del piano pandemico, appunto?

E gli altri “fallimentari colleghi”? In che cosa avrebbero fallito i colleghi? Si riferiva forse a Walter Ricciardi, rappresentante per l’Italia del consiglio esecutivo Oms che fece “rottamare” il centro epidemiologico nazionale nonostante la supplica di centinaia di professionisti della salute?

In effetti, smantellare il centro epidemiologico è stato un atto irresponsabile. Le nazioni che hanno meglio contenuto la pandemia a livello mondiale hanno istituito efficaci sistemi di sorveglianza epidemiologica, oltre ad aver eseguito tamponi e tracciamenti in modo tempestivo.

Il 18 aprile 2020, chiesi a Ranieri Guerra (venne nella mia bacheca Facebook a commentare un post) perché Oms, Istituto Superiore di Sanità e Comitato Tecnico Scientifico non avessero scelto di valorizzare i risultati del “modello Veneto“, oltre ad emulare le politiche sanitarie dei migliori paesi al mondo (Sud Corea, Taiwan e Vietnam) nel contenere il coronavirus (basate sulle 4T testing, tracing, treating, timely). Ranieri Guerra rispose di non fare “polemiche imbarazzanti”.

La posizione di Ranieri Guerra mi pare indifendibile. Tuttavia, la scelta dei giornalisti di Report di descrivere Francesco Zambon come “un ricercatore con la schiena dritta” mi fa sorridere. In una recente intervista Zambon, oltre a descrivere pressioni e minacce di licenziamento, ha colto l’occasione per lodare la risposta del Veneto alla pandemia.

Secondo Zambon il successo Veneto è dovuto alla “lungimiranza dell’allora dirigente della Sanità regionale, Domenico Mantoan, e della direttrice della Prevenzione, Francesca Russo”. Nella stessa intervista Zambon ha inoltre affermato che il Veneto, “prima ancora dello scoppio della pandemia, si era già dotato di un Piano di sanità pubblica”.

Entrambe le affermazioni di Zambon sono evidence-free. Primo, non esisteva alcun piano regionale pandemie prima dell’arrivo del Covid-19. Secondo, è solo stato grazie a Andrea Crisanti e ai suoi fondi da Imperial College usati per ordinare i reagenti che il Veneto si è potuto muovere in anticipo (a gennaio!) sui tamponi rispetto ad altre regioni. Terzo, Crisanti è stato addirittura ostacolato dalla Regione Veneto, come dimostra una lettera dello stesso Domenico Mantoan dove si fa riferimento a linee guida che indicavano di sottoporre al tampone solo persone con sintomi, non gli asintomatici come aveva deciso invece di fare Crisanti.

Come scrive Alessandro Mantovani qui su Il Fatto Quotidiano, il sospetto è che l’Oms a Ginevra e Roma (Ranieri Guerra) sia più interessata a proteggere equilibri politici invece dell’imparzialità e dell’oggettività. Secondo me si potrebbe applicare lo stesso principio all’Oms di Venezia (Francesco Zambon).