Calcio

Coronavirus, sequestrati un migliaio di tamponi al Monza Calcio: i pm indagano sulla correttezza dei test e sulla loro provenienza

Nell'inchiesta è indagato il dottor Cristiano Fusi, noto medico sportivo di diverse società sportive. Si indaga sulla corretta esecuzione dei test ma anche sulla loro provenienza, per cui gli inquirenti non escludono possa esserci l'ombra della criminalità organizzata

Sono oltre un migliaio di tamponi molecolari fatti ai giocatori del Monza Calcio dall’inizio del campionato che sono stati sequestrati dai Nas di Milano. L’operazione è stata condotta dai carabinieri su delega della Direzione distrettuale antimafia, che indaga sul corretto approvvigionamento ed esecuzione dei test. Sotto indagine ci sono i tamponi eseguiti ad alcune squadre di calcio, tra cui il Monza di Silvio Berlusconi, dal dottor Cristiano Fusi, noto medico sportivo di importanti società, che risulta indagato. I kit sequestrati verranno ora riesaminati da un consulente esterno per verificare se siano stati processati correttamente, mentre sono stati posti i sigilli alle celle frigorifere in cui venivano conservati.

I tamponi erano conservati a -80 gradi nei Laboratori di analisi mediche “San Giorgio” di Lodi e Pavia, a cui il club si era rivolto per lo screening. Le pm Silvia Bonardi e Alessandra Cerreti della Dda stanno indagando per accertare tutti i passaggi: l’approvvigionamento dei tamponi, per cui gli inquirenti non escludono la criminalità organizzata; l’esecuzione dei test, che si pensa siano stati effettuati da personale non qualificato; i laboratori di analisi dove sono stati processati e, infine, il rilascio dei certificati ai calciatori. Lo screening è stato effettuato da tre medici, consulenti esterni del club, tra cui Cristiano Fusi, al momento unico indagato.