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La corrida non sarà patrimonio dell’umanità: l’Unesco rifiuta la sua candidatura e decide di non salvaguardarla

L'eventuale via libera avrebbe garantito alla corrida di essere sovvenzionata con soldi pubblici. A contribuire al rifiuto dell'Unesco è stata anche la campagna social #NoTauromaquiaEnUnesco lanciata sulla piattaforma La Tortura No Es Cultura

La corrida non sarà patrimonio mondiale dell’umanità. L’Unesco ha escluso la sua candidatura dalla lista 2021 dei beni culturali immateriali dell’umanità, decretando così che la pratica non merita di essere salvaguardata. Come riferisce El Mundo, durante la pandemia la corrida ha subito un brusco stop, per questo la Asociación Intergubernamental de la Tauromaquia ha inviato una richiesta all’organizzazione delle Nazioni Unite facendo appello alla “situazione di emergenza” che stava vivendo la corrida in Spagna e chiedendo di inserire la pratica nel patrimonio immateriale dell’umanità. Ciò gli avrebbe consentito, appunto, di essere salvaguardata e quindi “sovvenzionata con denaro pubblico”.

La richiesta è stata subito osteggiata prima da alcune associazioni riunite nella piattaforma La Tortura No Es Cultura (Ltnec), poi da una campagna social che ha attraversato Portogallo, Spagna, Colombia, Ecuador e Perù, come ha riferito Ltnec. Su Twitter, usando l’hashtag #NoTauromaquiaEnUnesco, 985 organizzazioni di vari paesi si sono opposte alla candidatura della corrida e hanno vinto. L’Ufficio di presidenza Unesco, che doveva discutere del suo inserimento a settembre, ha deciso di rinviare la questione alla riunione di ottobre, dove però l’argomento non ha fatto parte dell’ordine del giorno e, di conseguenza, la corrida non è stata inclusa tra i “fascicoli 2021 in corso”.

Sarebbe incomprensibile che mentre un organismo delle Nazioni Unite, il Comitato sui diritti dell’infanzia, sollecita a proteggere i più giovani dalla violenza della corrida, un altro organismo delle Nazioni Unite, in questo caso l’Unesco, la elenchi tra i patrimonio immateriale dell’umanità da trasmettere a questi stessi bambini e giovani e sovvenzionandola con denaro pubblico – ha commentato soddisfatta la presidente di Ltnec Marta Esteban a El Mundo . In questi tempi difficili che viviamo è fondamentale difendere le espressioni culturali che promuovono la vita, non la morte, e che facilitano la coesione della società, non il confronto tra cittadini che è il protagonista del dibattito sulla corrida”.