Giustizia & Impunità

Il Tar del Lazio riassegna la scorta ad Antonio Ingroia: “È ancora a rischio per il suo ruolo nella lotta alla mafia”

L'ex pm di Palermo non era più sotto tutela dal 2018 su decisione del ministero dell'Interno. Ora il tribunale amministrativo ha ripristinato la misura, accogliendo il suo ricorso. "Giustizia è fatta"

Antonio Ingroia è di nuovo sotto scorta. L’ex pm antimafia di Palermo non era più sotto tutela dal 2018, quando il ministero dell’Interno – al cui vertice all’epoca c’era Matteo Salvini – aveva deciso di revocarla giudicandolo non più in pericolo. Il Tar del Lazio ha invece ripristinato la misura, accogliendo il ricorso di Ingroia e riconoscendo la sua “perdurante esposizione al rischio di chi ha ricoperto un ruolo in prima linea nella lotta alla mafia“. L’ex magistrato, che negli anni si è occupato di decine di procedimenti a carico di mafiosi, tra cui l’avvio delle indagini sulla trattativa Stato-mafia, da un decennio ricopre il ruolo di avvocato in processi analoghi.

Solo pochi mesi fa si è scontrato con il boss mafioso Giuseppe Graviano nell’aula bunker di Reggio Calabria durante il processo in Corte d’Assise, dove Ingroia è difensore di parte civile dei familiari dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo uccisi dalla mafia, e Graviano è stato prima imputato e poi condannato all’ergastolo per quel duplice omicidio. I giudici hanno puntato l’attenzione proprio su questo episodio per ribadire il fatto che Ingroia necessita ancora della scorta, nonostante non sia più in magistratura. “Giustizia è fatta. È il riconoscimento del lavoro che ho svolto e svolgo, da più di 30 anni ormai, contro i poteri criminali di ogni tipo, e dei rischi che ho corso e corro tuttora”, ha commentato l’ex pm.