Cronaca Nera

Pisa, arrestato un uomo per l’uccisione di un 53enne lungo l’Arno: “È il suo vicino di casa, incastrato dal Dna”

Roberto Checcucci, di Fucecchio, era stato ritrovato senza vita lungo il fiume nel Comune di Castelfranco di Sotto, ucciso a colpi di coltello e mazzuolo. In manette è finito Luigi Cascino, originario di Canicattì (Agrigento), che secondo gli inquirenti ha seguito la vittima fino a un canneto, dove andava spesso a camminare, per poi aggredirla

Un omicidio premeditato, dovuto a vecchie liti condominiali. È questo secondo gli inquirenti il movente dietro all’omicidio di Roberto Checcucci, il 53enne di Fucecchio (Firenze) ucciso due mesi fa lungo l’argine dell’Arno nel Comune di Castelfranco di Sotto, in provincia di Pisa. A ucciderlo, secondo chi indaga, è stato il vicino di casa e coetaneo Luigi Cascino, originario di Canicattì (Agrigento) ma da molti anni residente a Fucecchio, dove lavora per un’azienda della raccolta dei rifiuti, che è stato arrestato oggi. È

A convincere i pm a procedere sono stati gli indizi raccolti sul luogo del delitto, in particolare le tracce di Dna riconducibili a Cascino ritrovate sotto le unghie della vittima, segno che tra i due sarebbe avvenuta una colluttazione prima dell’omicidio. “Una volta individuato il profilo genetico appartenente a un soggetto maschile – ha spiegato il procuratore Alessandro Crini -, abbiamo affinato le indagini e individuato l’indagato che è stato ripreso da una telecamera di videosorveglianza urbana, a Santa Croce sull’Arno (Pisa), collocata su una rampa d’accesso all’argine dove poco dopo si è consumato il delitto”. Inoltre, l’uomo “per tutelarsi, quando fu sentito in caserma dai carabinieri che volevano ricostruire il contesto della vicenda, ebbe cura di non appoggiare le labbra al bicchierino con il caffè che gli fu offerto dai militari e questo aspetto, ex post, ci è parso un chiaro indizio”.

A Cascino gli inquirenti sono arrivati simulando un normale controllo stradale con il quale hanno sottoposto all’etilometro il figlio: l’esito del controllo ha dato “una comparabilità del 99,99%, come avviene in questi casi, con il fatto che a uccidere il povero Checcucci era stato suo padre”.

Nell’armadietto del luogo di lavoro, inoltre, “sono stati trovati e sequestrati stamani gli indumenti indossati la mattina del delitto da quello che noi riteniamo essere il killer e un coltello e la punta di un mazzuolo che riteniamo siano state le armi del delitto”. Per gli investigatori l’arrestato ha seguito la vittima lungo l’argine dell’Arno dove Checcucci andava spesso a camminare, restando a distanza per circa un chilometro per poi aggredirlo nei pressi di un canneto che dista 190 metri dal luogo dove è poi stato ritrovato il cadavere. L’aggressore, aggiungono, ha inseguito il 53enne che ha opposto resistenza, finendolo poi a coltellate e colpi di mazza.