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Pedofilo violentato e ucciso in carcere dal compagno di cella: “Volevo che sentisse ciò che provavano le sue vittime”

Il trentenne ha ammesso di aver strangolato a morte il compagno di cella con una siringa, dopo averlo stuprato con un utensile da cucina. Ora è imputato per stupro e omicidio

È passato più di un anno da quando, il 13 ottobre del 2019, Richard Huckle veniva stuprato e ucciso nel carcere del regno Unito dove era detenuto con l’accusa di essere un pedofilo responsabile di oltre 200 episodi di violenza ai danni di minori. A ucciderlo fu il suo compagno di cella, Paul Fitzgerald che ora, nel corso del processo a suo carico in corso ha rivelato i dettagli di quel delitto, spiegando le motivazioni che lo portarono ad accanirsi contro Huckle.

Come riferisce il Daily Mail, Fitzgerald ha spiegato ai giudici che “volevo che sentisse ciò che sentivano quei bambini“, giustificando a suo dire l’omicidio con una sorta di “motivazione morale“. Il trentenne ha poi ammesso di aver strangolato a morte il compagno di cella con una siringa, dopo averlo stuprato con un utensile da cucina. Ora è imputato per stupro e omicidio.