Cronaca

“Natale e capodanno? Se li affrontiamo con lo stesso spirito di Ferragosto non ne usciamo più”: l’avvertimento dell’infettivologo Galli

Il primario del Sacco ricorda che a fino maggio si era riusciti a contenere il virus in tutta Italia, ma i comportamenti tenuti durante l'estate hanno vanificato molti sacrifici.: "Dobbiamo scordarci che dopo le rinunce venga il momento del 'liberi tutti'". Nel frattempo, il governo studia un provvedimento per le festività

Manca poco più di un mese alle vacanze di Natale e gli italiani si chiedono se e come si potrà festeggiare. Un bel problema per le famiglie numerose: con tutta probabilità, infatti, sarà meglio non organizzare i classici cenoni con le parentele al completo. “Se affrontiamo il prossimo Natale e il prossimo Capodanno con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato Ferragosto, non ne usciamo più“. A mettere in guardia sui rischi delle festività è l’infettivologo Massimo Galli, primario all’ospedale Sacco di Milano. “Anche se chiudessimo tutto ora per 3-4 settimane, e riaprissimo per Natale, è evidente che non si potrà consentire alle persone di andare per grandi cenoni e grandi veglioni“. Per questo Galli invita ad affrontare con estrema prudenza il periodo natalizio.

Intervistato a ‘Timeline’ su Sky Tg24, Galli ripercorre le tappe di come è stata affrontata la prima ondata della pandemia: “Abbiamo fatto il lockdown a marzo fino a maggio. Eravamo riusciti ad ottenere in gran parte d’Italia quasi l’annullamento della presenza del virus”, ricorda. E anche se in alcune Regioni il virus circolava ancora, come in Lombardia, “era contenibile”. Poi, con l’estate, si sono allentate le maglie. “Ferragosto, lo uso come simbolo di festa, e l’estate sono diventati un elemento di grande amplificazione dell’infezione – continua l’infettivologo – Ora, Natale e Capodanno sono due grandi feste”. Due occasioni in cui non bisogna assolutamente ripetere gli errori dell’estate, ammonisce il medico. “Dovremmo tutti abituarci all’idea che al sacrificio, anche pesante, non può seguire il ‘liberi tutti’“, precisa Galli.

Essere responsabili “non vuol dire che gli italiani debbano diventare improvvisamente monaci di clausura”, puntualizza l’infettivologo. Ma è necessario che ci siano delle cautele e che tutti facciano delle rinunce. “Io magari in discoteca non vado – sorride il primario – ma mi pesa non poter fare la cena con la famiglia allargata“. I cenoni, sottolinea Galli, sono proprio una delle cose da rimandare, anche considerando i rischi che corrono gli anziani.

Solo ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva invitato gli italiani a festeggiare in famiglia, ma con prudenza: “Il nostro obiettivo è un Natale dove non si mortifichino né i consumi né gli affetti, ma non possiamo immaginare feste e pranzi affollati”. Anche la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa aveva parlato negli scorsi giorni di un provvedimento allo studio dell’esecutivo per regolare le prossime festività: “Sarà possibile per le famiglie riunirsi in nuclei ristretti”, aveva detto sempre a la Stampa. Per il momento, il premier si è limitato a prendere tempo, anche per capire come evolveranno i contagi nei prossimi giorni.