Mafie

“A Messina le corse di cavalli clandestine in mano alla mafia”: 33 misure cautelari

L'operazione ha permesso di disarticolare un gruppo criminale che faceva riferimento al clan mafioso della famiglia Galli. L'indagine ha individuato anche la rete di spaccio della droga nella città dello Stretto e i rapporti con i clan di Catania

Scommesse illecite su corse clandestine di cavalli, spaccio di droga e sostanze dopanti iniettate negli animali. Tutto in mano alla famiglia mafiosa dei Galli di Messina. Nel corso della notte, i carabinieri del comando provinciale di Messina hanno eseguito 33 ordinanze di misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia. Le 33 persone sono ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, scommesse clandestine su competizioni sportive non autorizzate, maltrattamento di animali, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione ha consentito di individuare la rete di spaccio e distribuzione delle sostanze stupefacenti, che era estesa in vari quartieri della città dello Stretto. L’indagine ha documentato il controllo che il gruppo mafioso esercitava sul proficuo business delle scommesse illecite sulle corse clandestine di cavalli. Le gare venivano organizzata a tarda notte su strade urbane ed extraurbane, illecitamente chiuse al traffico da gruppi di giovani a bordo di scooter e motorini, appositamente reclutati per vigilare e consentire il passaggio indisturbato dei calesse trainati dai cavalli in gara.

Il gruppo mafioso messinese aveva rapporti con il clan Santapaola di Catania per regolare le controversie sulle gare clandestine tra scuderie messinesi e catanesi, che venivano svolte nei territori di confine tra le due province. Tra gli indagati, anche un veterinario compiacente che si prestava a somministrare farmaci agli animali per incrementarne le prestazioni. Sono in corso anche sequestri patrimoniali di beni riconducibili al gruppo criminale.